Simionato Bonifacio
19 anni.
Nato a Quinto di Treviso il 23 novembre 1896.
Nato a Quinto di Treviso il 23 novembre 1896.
Figlio di Sante e De Marchi Teresa.
Barbiere.
Chiamato alle armi il 22 novembre 1915.
Assegnato al 2° Reggimento Fanteria (Brigata Re) e inviato in territorio dichiarato in stato di guerra il 30 novembre 1915.
Trasferito all' 80° Reggimento Fanteria (Brigata Roma) il 1° giugno 1916.
Disperso nel fatto d'armi di Casa Betta, sul fronte del Pasubio, il 27 giugno 1916.
NOTE
Probabilmente traslato tra gli ignoti nel Sacrario del Pasubio dove furono tumulati molti fanti della Brigata Roma caduti sul Monte Maio in quel periodo.
Cronologia delle operazioni al fronte dei reparti nel periodo durante il quale prestò servizio Simionato Bonifacio:
2° Reggimento Fanteria (Brigata Re)
- Fronte isontino - Podgora – q.205 (30 novembre - 31 dicembre 1915; 1 - 30 gennaio 1916)
- Fronte isontino - Settore di Tolmino (23 marzo - 31 maggio 1916)
80° Reggimento Fanteria (Brigata Roma)
- Fronte del Pasubio - Vallarsa (4 - 19 giugno 1916)
- Fronte del Pasubio - Sogli di Campiglia - Passo di Xomo - Val Posina - Offensiva di Monte Majo (25 - 27 giugno 1916) → VAI AL MOMENTO STORICO
La Strafexpedition, o Spedizione Punitiva, fu un'offensiva lanciata dall'esercito austroungarico nella primavera del 1916 durante la Prima Guerra Mondiale. Questa operazione militare aveva l'obiettivo di punire l'Italia per il suo ingresso nel conflitto a fianco dell'Intesa e di sferrare un colpo decisivo che potesse forzare l'Italia a chiedere la pace.
Il teatro delle operazioni fu il fronte montano tra il Veneto e il Trentino, un'area caratterizzata da un terreno impervio e da condizioni climatiche estreme, che rese la guerra di trincea ancora più ardua e logorante. Il Monte Majo, situato nella Val Posina e parte del settore del Pasubio, divenne un punto focale di questa battaglia per la sua posizione strategica. La sua conquista fu ritenuta essenziale dagli Alti Comandi italiani, tanto che si valutò l'opzione di far saltare la cima per scacciare le forze austriache, una tattica estrema che rifletteva la brutalità e la disperazione del conflitto.
Nonostante gli sforzi, il Monte Majo rimase in mano austriaca fino alla fine della guerra, testimoniando la tenacia e la determinazione delle truppe imperiali nel mantenere le loro posizioni difensive. La Strafexpedition si concluse con un ripiegamento austroungarico e una vittoria difensiva italiana, ma a un costo umano devastante, con perdite ingenti su entrambi i fronti.
Casa Betta era il punto di partenza delle truppe italiane per portare gli assalti alle postazioni austriache su Monte Majo.
Localizzazione di Casa Betta alle pendici di Monte Majo
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« ET NOMEN VNA CVM SANGVINE PRO PATRIA DEDIMVS »
( e con il sangue anche il nome dedicammo alla Patria )
PRESENTE SUL MONUMENTO AI CADUTI
E A PAGINA 691 DELL'ALBO D'ORO DEI CADUTI DELLA PRIMA GUERRA MONDIALE - VOLUME XXVI - VENETO