Pavanetto Giovanni - La Guerra all'orizzonte

QUINTO DI TREVISO
I C A D U T I
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Pavanetto Giovanni
23 anni.
Nato a Quinto di Treviso il 7 febbraio 1899.
Figlio di Elia e Benvegnù Luigia.
Falegname.
Chiamato alle armi per mobilitazione, con il D. L. 1° febbraio 1917 Circolare N. 102 del G. M., e giunto in territorio dichiarato in stato di guerra il 21 febbraio 1917.
Assegnato al 102° Battaglione Milizia Territoriale lo stesso giorno.

Trasferito effettivo al Deposito del 35° Reggimento Fanteria (Brigata Pistoia) il 3 luglio 1917.

Trasferito al 268° Reggimento Fanteria (Brigata Caserta) il 12 novembre 1917.

Ricoverato presso l'Ospedale da Campo N. 016 per malattia il 7 luglio 1918.
Partito dal territorio dichiarato in stato di guerra per malattia il 13 luglio 1918.
Mandato in licenza straordinaria di cinquanta giorni dall'Ospedale Militare di Urbino il 21 novembre 1918.
Rientrato presso il Deposito dell' 84° Reggimento Fanteria il 10 gennaio 1919.
Inviato in licenza di convalescenza di tre mesi in seguito a rassegna medica il 1° febbraio 1919.
Ricoverato presso l'Ospedale Militare di tappa di Padova il 31 luglio 1919.
Inviato in licenza di convalescenza di novanta giorni il 1° settembre 1919
Rientrato al deposito dell' 84° Reggimento Fanteria il 1° dicembre 1919.
Riformato in seguito a rassegna medica presso l'Ospedale Militare di Padova il 28 giugno 1920 e inviato in congedo assoluto con assegno rinnovabile perché riconosciuto temporaneamente inabile al servizio militare. → MALATTIE DI GUERRA
NOTE

Abbiamo inserito Pavanetto Giovanni, non registrato nell'Albo d'Oro, in quanto presente sul monumento ai caduti di Quinto di Treviso. In realtà egli, dopo la guerra, fece ritorno a casa e morì, per malattia contratta durante il servizio sotto le armi, il 25 dicembre 1922.
Cronologia delle operazioni al fronte del reparto nel periodo durante il quale prestò servizio Pavanetto Giovanni:

268° Reggimento Fanteria (Brigata Caserta)
  • Linea del Piave - Candelù -Salettuol - C. Pradano - Fagarè (12 - 26 novembre 1917) → BATTAGLIA DI ARRESTO
  • Linea del Piave - Settore Candelù - Maserada (19 - 31 dicembre)
  • Linea del Piave - Settore Candelù - Maserada - C. Pastore (1° - 7 gennaio 1918; 24 gennaio - 19 marzo)
  • Linea del Piave - Settore Candelù - Maserada - C. Pastore - Linea di Raddoppio - Fortino Triangolare - Fortino Maioli - Argine Regio - Rio Piavesella (29 marzo - 23 giugno 1918) → BATTAGLIA DEL SOLSTIZIO



La denominazione, data ai giovani italiani che nel 1917 compivano diciotto anni e che pertanto potevano essere arruolati e inviati al fronte, divenne nota come "RAGAZZI DEL '99". Furono chiamati alla visita di leva prima ancora di aver compiuto i diciotto anni. I primi contingenti furono chiamati all'inizio del 1917 e, dopo aver ricevuto una frettolosa istruzione, furono inquadrati in battaglioni di milizia territoriale. Altri contingenti furono chiamati nel mese di maggio e altri, infine, nel mese di luglio ma tutti vennero inviati al fronte nel novembre del 1917 successivamente alla battaglia di Caporetto. Il loro apporto, unito all'esperienza dei veterani, si dimostrò fondamentale per gli esiti della guerra. In un momento di gravissima crisi per l'Italia rinsaldarono e rinvigorirono le fila del nostro esercito contribuendo all'esito vittorioso della Battaglia di arresto, della Battaglia del Solstizio e di Vittorio Veneto.

Con il Bollettino Militare del 22 novembre 1917, emesso dal Comando supremo militare italiano del Regio Esercito fu redatto anche un "Ordine del Giorno dell'Esercito da diramare fino ai Comandi di Plotone"  i Ragazzi del '99 ricevettero un solenne Encomio:

"I giovani soldati della Classe 1899 hanno avuto il battesimo del fuoco. Il loro contegno è stato magnifico e sul fiume che in questo momento sbarra al nemico le vie della Patria, in un superbo contrattacco, unito il loro ardente entusiasmo all'esperienza dei compagni più anziani, hanno trionfato. Alcuni battaglioni austriaci che avevano osato varcare il Piave sono stati annientati: 1.200 prigionieri catturati, alcuni cannoni presi dal nemico sono stati riconquistati e riportati sulle posizioni che i corpi degli artiglieri, eroicamente caduti in una disperata difesa, segnavano ancora.
In quest'ora, suprema di dovere e di onore nella quale le armate con fede salda e cuore sicuro arginano sul fiume e sui monti l'ira nemica, facendo echeggiare quel grido “Viva l'Italia” che è sempre stato squillo di vittoria, io voglio che l'Esercito sappia che i nostri giovani fratelli della Classe 1899 hanno mostrato d'essere degni del retaggio di gloria che su loro discende - Zona di guerra, 18 novembre 1917 - Il Capo di S.M. dell'Esercito A. Diaz"

Successivamente, per effetto del Regio Decreto del 9 luglio 1923, con Circolare nº 639 dell'8 novembre 1923, pubblicata sul Giornale Militare Ufficiale - Dispensa nº 51 del 9 novembre 1923 a Pag. nº 1468, l'Encomio  si commutò in Croce al Valor Militare.



PRESENTE SUL MONUMENTO AI CADUTI
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