Bertelli Emilio - La Guerra all'orizzonte

QUINTO DI TREVISO
I C A D U T I
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Bertelli Emilio Giovanni
25 anni.
Nato a Quinto di Treviso il 18 giugno 1890.
Figlio di Antonio e Marcon Teresa.
Contadino.
Chiamato alle armi per mobilitazione con il R. D. del 22-5-1915 Circolare N.370 del G. M. e giunto al Distretto chiamante il 24 maggio 1915.
Assegnato al 55° Reggimento Fanteria (Brigata Marche) e inviato in territorio dichiarato in stato di guerra il 29 maggio 1915.

Disperso il 25 luglio 1915 durante i combattimenti su Monte Piana.
NOTE

Forse traslato al Sacrario di Pocol tra gli ignoti come molti altri caduti nello stesso periodo sul Monte Piana e appartenenti allo stesso reggimento.
Cronologia delle operazioni al fronte del reparto nel periodo durante il quale prestò servizio Bertelli Emilio:

55° Reggimento Fanteria (Brigata Marche)
  • Fronte dolomitico -  Settore Auronzo [Cadore] - Sottosettore Ansiei - Lavaredo - M. Popena (24 maggio - 20 luglio) VAI AL MOMENTO STORICO



Dal Diario di Guerra del 1915 della Brigata Marche (55° e 56° Reggimento)

"Nelle prime settimane del 1915 la brigata Marche lascia le sedi di pace per recarsi in occupazione avanzata. Allo scoppio delle ostilità essa è infatti in Cadore, nelle Valli del Boite, dell'Ansiei e del Padola.
Il primo sbalzo avanti la porta all’occupazione, non ostacolata dal nemico, della fronte Forca - Tre Croci lembo orientale del Piano della Bigontina. Quivi la brigata ha ordine di sostare, e per tutto giugno, oltre ai necessari lavori di rafforzamento, essa provvede ad inviare numerose ricognizioni in Val Rimbianco, Valle Popena Bassa e Val Grande.
Un nuovo passo avanti, mosso alla metà di luglio (15 e 16), porta la brigata al primo urto sanguinoso contro le ben munite posizioni del nemico.
Due battaglioni del 55° devono avanzare contro M. Piana e la loro azione è sostenuta dall’altro battaglione del 55° operante in Val Popena e da uno del 56° in Va Rimbianco. L’avanzata della colonna centrale è però quasi subito ostacolata da micidiale fuoco nemico d’artiglieria e fucileria, proveniente quest’ultimo da robuste trincee nemiche scavate nel versante nord di M. Piana e difese da forti ed intatti reticolati; a 200 metri circa da questi, le truppe sono costrette a fermarsi e costruire ripari.
Il battaglione di Val Popena Bassa avanza per circa due chilometri sino a contatto delle linee austriache di Carbonin (Schluderbach) mentre il battaglione del 56° da Val Rimbianco riesce a portarsi fin quasi alla confluenza con la Rienz.
Dal 17 al 20 si rinnovano tenaci tentativi per progredire nella avanzata; questi giorni di battaglia costano alla brigata Marche dolorose perdite..."

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Monte Piana, situato nelle Dolomiti, è stato un luogo di aspri combattimenti durante la Prima Guerra Mondiale. La sua posizione strategica lo rendeva un obiettivo cruciale per entrambi gli schieramenti, italiani e austro-ungarici. Durante il conflitto, il monte fu diviso in due settori: Monte Piana, controllato dagli italiani, e Monte Piano, sotto il controllo austro-ungarico.
Le battaglie su Monte Piana furono particolarmente violente e sanguinose.
Trincee, gallerie e postazioni d’artiglieria ancora oggi testimoniano la brutalità dei combattimenti. Più di 14.000 soldati persero la vita su questo fronte.
Oggi, Monte Piana è un museo all’aperto che conserva molte delle strutture originali della guerra, come trincee e postazioni d’artiglieria. Il percorso storico permette ai visitatori di esplorare questi luoghi e di comprendere meglio le difficoltà affrontate dai soldati durante la guerra.


Trincee sul Monte Piana

« ET NOMEN VNA CVM SANGVINE PRO PATRIA DEDIMVS »  
( e con il sangue anche il nome dedicammo alla Patria )
PRESENTE SUL MONUMENTO AI CADUTI
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