Cazziola Antonio - La Guerra all'orizzonte

QUINTO DI TREVISO
I C A D U T I
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Cazziola Antonio Luigi
30 anni.
Nato a Quinto di Treviso il 19 settembre 1887.
Figlio di Giovanni e Lorenzetto Giovanna.
Muratore.
Chiamato alle armi per mobilitazione, con il R. D. del 22-5-1915 Circ. N. 394 del G. M., e giunto presso il Deposito del 27° Reggimento Fanteria (Brigata Pavia) il 21 luglio 1916.

Trasferito al 261° Reggimento Fanteria mobilitato (Brigata Elba) e inviato in zona di guerra il 15 febbraio 1917.

Prigioniero di guerra nel fatto d'armi di Monte San Gabriele il 4 settembre 1917. → PRIGIONIERI DI GUERRA
Morto per malattia presso l'Ospedale da Campo austroungarico N. 710 a Brazzano di Cormons il 30 marzo 1918.
Prima sepoltura dell'adiacente cimitero di Brazzano.
NOTE

La ricerca del luogo di inumazione di Cazziola Antonio in uno dei Sacrari Italiani in Friuli non ha dato riscontro.
I deceduti presso quel campo di prigionia furono sepolti nei cimiteri limitrofi (Brazzano e Cormons). Alcune delle salme recuperate a Brazzano furono traslate al Sacrario di Oslavia tra gli Ignoti come molti altri nostri soldati deceduti nel capo di prigionia di Brazzano. Mentre le salme riesumate dal cimitero di Cormons, furono traslate al Sacrario  Redipuglia.
Cronologia delle operazioni al fronte del reparto nel periodo durante il quale prestò servizio Cazziola Antonio:

261° Reggimento Fanteria (Brigata Elba)
Fronte isontino - Kostanievjca - Nekoyo - Goljevo - S. Paul - Rovna (27 aprile - 10 maggio 1917)
Fronte isontino - Settore M. Vodice - Q. 592 - Selletta di q. 524 - Casa Pastore - Sorgente (21 maggio - 2 giugno)
Fronte isontino - Settore M. Vodice - Q. 652 - Selletta - Q. 592 (11 luglio - 10 agosto)
Fronte isontino -  (Battaglia della Bainsizza) - Valle Buco - Kotee - Potoc - Passaggio dell' Isonzo [presso Ajba] - Q. 625 - M. Semmer - Fratta - Vrh - Alture Oseedrih - Roccioni del Diavolo - M. Jelenik - Zona Ilumarje - Trnsnje (20 - 25 agosto)
Fronte isontino - Zona di Gorizia [Strada Salcano - Sella di Dol] - Veliki Ilrih - S. Gabriele - QQ. 646 - 552 (3 - 4 settembre 1917)
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Dal Diario di Guerra del 1917 della Brigata Elba (261° e 262° Reggimento)

"Il 2 settembre [la Brigata] è spostata fra Brestie e Marmorie.
Il 3 passa l'Isonzo al ponte di Salcano e si disloca lungo la strada Salcano - Sella di Dol.
Il 4 i battaglioni della "Elba" sono messi a disposizione della brigata Arno, tranne il comando del 262° ed il suo III battaglione che sono assegnati temporaneamente alla "Palermo" per agire contro S. Caterina.
Questi reparti, sotto violentissimo fuoco di artiglieria, sono inviati verso la Sella di Dol ed il Veliki - Hrib.
Il 5 l'azione contro il S. Gabriele (q. 646) continua accanita e con buoni risultati. E' ferito il comandante della brigata e cadono molti ufficiali."



La storia del campo di prigionia di Brazzano è davvero drammatica. Grazie agli sforzi di studiosi locali e recenti ricerche, come quelle condotte da Giovanni Battista Panzera, sono emerse nuove informazioni che gettano luce su questo capitolo poco conosciuto della Prima Guerra Mondiale.
Il campo di Brazzano, istituito dall’esercito austro-ungarico dopo la battaglia di Caporetto, ospitava prigionieri di guerra romeni, russi, serbi e italiani. Nonostante la sua esistenza fosse nota, mancavano documenti che ne attestassero la dimensione e le condizioni di vita al suo interno. Le testimonianze orali e i pochi scritti, come quelli di Don Guido Maghet, raccontano delle difficoltà e delle sofferenze dei prigionieri, nonché dell’aiuto offerto dalla popolazione locale, che condivideva quel poco che aveva. C’era chi di nascosto dalle guardie, attraverso i reticolati, consegnava ai prigionieri un po’ di farina o qualche patata o gettava oltre la rete fette di polenta. La fame era tale, soprattutto negli ultimi mesi di guerra, che i prigionieri si contendevano le bucce di patate buttate via o destinate ai maiali.
Inoltre, sono state trovate immagini che documentano l’esistenza di un vasto campo di prigionia a Trussio, utilizzato per la quarantena dei prigionieri e dotato di un ospedale per infettivi.
Fonti: (Camillo Medeot; Associazione Cormonese Austria Giovanni Battista Panzera; Archivio storico di Vienna; Don Guido Maghet)

« ET NOMEN VNA CVM SANGVINE PRO PATRIA DEDIMVS »  
( e con il sangue anche il nome dedicammo alla Patria )
PRESENTE SUL MONUMENTO AI CADUTI
E A PAGINA 185 DELL'ALBO D'ORO DEI CADUTI DELLA PRIMA GUERRA MONDIALE - VOLUME XXVI - VENETO
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