Meneghini Angelo - La Guerra all'orizzonte

QUINTO DI TREVISO
I C A D U T I
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Meneghini Angelo Valentino
24 anni.
Nato a Quinto di Treviso il 25 ottobre 1891.
Figlio di Giovanni e Cibin Maria.
Contadino.
Chiamato alle armi, per effetto del R. D. del 15-5-1915 Circolare N. 549 Riservata, e giunto al Deposito dell' 8° Reggimento Bersaglieri il 20 aprile 1915.


Assegnato al XLVIII° Battaglione Autonomo Bersaglieri e inviato in territorio dichiarato in stato di guerra il 22 maggio 1915.
"Morto il giorno 26 novembre 1915 nel combattimento di Monte Forame come da verbale in data 16-2-1916 dell' 8° Reggimento Bersaglieri."
NOTE

È possibile che le salme dei soldati, sepolti nei piccoli cimiteri vicino ai campi di battaglia sulle pendici del Monte Forame, siano state traslate, nel dopoguerra, al vicino Sacrario di Pocol e lì tumulate tra gli ignoti.
Cronologia delle operazioni al fronte del reparto nel periodo durante il quale prestò servizio Meneghini Angelo:

XLVIII° Battaglione Autonomo Bersaglieri [Costituito il 16 febbraio 1915 dal Deposito dell'8° Reggimento Bersaglieri]
  • Fronte Dolomitico - Monte Seikofel  (25 ottobre - 7 novembre 1915)
  • Fronte dolomitico - Pendici Nord del Monte Forame (26 novembre 1915) † VAI AL MOMENTO STORICO



Dal Diario di Guerra del 1915 del XLVIII° Battaglione Autonomo Bersaglieri

"[Il Battaglione] Per la prima volta, nei giorni 26 e 27 compie, unitamente a riparti della "Como", un'importante operazione di guerra sulle pendici nord del M. Forame.
Mentre due compagnie del II/24° da "Ponte Rotto" svolgeranno azione dimostrativa verso il castello di Saint Hubertus, le rimanenti truppe di val Grande, riunite in due gruppi tattici (il primo composto dal XLVIII battaglione bersaglieri e da riparti del 24° fanteria, il secondo dal I/24° alpini e genio), avanzeranno di sorpresa contro i trinceramenti nemici, ubicati tra il Riofreddo e le pendici Nord - Ovest del Monte Forame. Le provenienze dalla sinistra, verso la Croda dell'Ancona saranno garantite da riparti del 24°.
All'alba del 26 novembre, le nostre truppe, partite dalle rispettive posizioni di radunata, avanzano cautamente. La marcia è lenta e faticosissima a causa del terreno rotto ed impervio ricoperto di ghiaccio e ad un tratto la progettata sorpresa viene a mancare, per l'incontro fortuito di un nostro riparto con pattuglie nemiche. Entrate in azione le mitragliatrici avversarie e la nostra artiglieria, il comando della "Como" ordina di procedere risolutamente all'attacco. Il XLVIII lo inizia, trovati i reticolati ancora intatti per la mancata esplosione di alcuni tubi di gelatina, ne tenta il passaggio, mediante passerelle.
Sugli arditissimi scalatori si sferra tranquillo e preciso il fuoco delle mitragliatrici nemiche ben sistemate nella vicina boscaglia; cadono colpiti ufficiali e gregari, le squadre si susseguono alle squadre, ma ogni sforzo è vano perché la barriera di ferro spinato contrasta inesorabilmente l'accesso alle trincee austriache.
Per ore ed ore i nostri ripetono gli inutili tentativi, mentre il freddo intensissimo (24 gradi sotto zero) aggiunge sofferenze a sofferenze, superando ogni umana resistenza.
A sera le compagnie avanzate si raccolgono alquanto più indietro.
Il giorno successivo, 27 novembre, dopo breve preparazione d'artiglieria, si ripete l'attacco, subito sospeso per le condizioni fisiche degli uomini, fra i quali i casi di congelamento si moltiplicano. L'esodo diviene impressionante e l'accampamento di val Grande si converte in vasto ospedale.
A notte i resti del XLVIII, protetti da pochi bersaglieri ancora immuni da assideramento, ripiegano ed il giorno successivo sono di nuovo a Tre Croci."

« ET NOMEN VNA CVM SANGVINE PRO PATRIA DEDIMVS »  
( e con il sangue anche il nome dedicammo alla Patria )
PRESENTE SUL MONUMENTO AI CADUTI
E A PAGINA 479 DELL'ALBO D'ORO DEI CADUTI DELLA PRIMA GUERRA MONDIALE - VOLUME XXVI - VENETO
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