Giuseppe Barattini nacque a Montese in provincia di Modena.
Dopo la guerra di Libia, dove fu insignito di Medaglia di Bronzo al Valor Militare (Derna, 3 marzo 1912), passò al Battaglione Aviatori e fu assegnato, poco prima dello scoppio della guerra, alla 7a Squadriglia Nieuport con sede a Campoformido, con il grado di sergente maggiore. Ma il 20 maggio 1915, durante il volo di trasferimento verso Campoformido, ebbe un incidente con l'aereo che lo tenne lontano dall’azione fino al 19 giugno.
Il 4 agosto sostenne uno dei primi duelli aerei che, comunque, si concluse con un nulla di fatto. Durante questo periodo si distinse per le doti di coraggio e tenacia con le quale portò sempre a termine le missioni affidategli. Per queste ragioni gli fu assegnata la sua seconda Medaglia di Bronzo al Valor Militare.Il primo febbraio 1916 fu trasferito all’appena costituita 2a Squadriglia caccia sul campo di volo della Comina ed equipaggiata con i Nieuport N.10 biposto. Il 18 febbraio Barattini e il mitragliere Infante sostennero un combattimento aereo con tre Aviatik che stavano attaccando alcuni bombardieri Caproni di ritorno dal bombardamento di Lubiana.
Il 2 aprile 1916 attaccò un velivolo nemico e, assieme al mitragliere Aroldo Moretto, lo obbligò ad un precipitoso atterraggio nei pressi di Cascina bianca. Il 15 aprile, per effetto della nuova numerazione dei reparti, la 2a Squadriglia divenne la 71a Squadriglia Caccia e già il 28 sostenne un altro duello aereo. Il 29 insieme ad altri piloti della squadriglia attaccò un biposto presso Ruda.
Il 23 maggio 1916 la Squadriglia fu trasferita a Villaverla dove, il 15 maggio 1917, ricevette il primo Spad S.VII che fu affidato proprio a Barattini ed equipaggiato per la ricognizione fotografica.
Con quell'aereo, il 2 giugno, eseguì una lunga ricognizione fotografica sul tratto Bolzano-Trento-Merano rientrando con il serbatoio praticamente vuoto e meritandosi un encomio solenne convertito, poi, in Medaglia d'Argento al Valor Militare.
Il 23 novembre 1917 seguì la Squadriglia trasferita al campo di volo di Sovizzo, a una decina di chilometri da Vicenza e poi, il 10 maggio 1918, a Castelgomberto.
Pur non avendo recuperato informazioni certe, è assai probabile che Barattini, esperto pilota di Spad S.VII, abbia seguito il suo comandante Salvatore Breglia, l'asso Sebastiano Bedendo e il sergente maggiore Mario Pereno per costituire, con altri due aviatori della 71a e i sei piloti della 75a, la cosiddetta sezione mista schierata, assieme alla 91a sul campo di volo di San Bernardino a Quinto di Treviso.
Terminata la guerra rimase in aeronautica militare passando, infine, a quella civile, svolgendo attività nell'Africa coloniale dove, per i suoi meriti, gli fu conferita, nel 1933, l'onorificenza di Cavaliere dell'Ordine Coloniale della Stella d'Italia. Infine, nel 1938, fu autorizzato a fregiarsi del distintivo per i piloti con oltre un milione di chilometri di volo.
ONORIFICENZE
Italia
Medaglia d'Argento: "Arditissimo pilota d'aeroplano, durante diciotto mesi di servizio presso la squadriglia diede costante esempio di intrepidezza e di slancio, e sostenne numerosi combattimenti contro aerei nemici molto bene armati, costringendoli sempre a rientrare nelle proprie linee. Condusse a compimento una grande ricognizione strategica, rientrando al campo col serbatoio della benzina pressoché esaurito, dopo aver portato per primo i colori d'Italia nel cielo del Tirolo settentrionale. In qualsiasi condizione atmosferica e su zone alpestri difficilissime, eseguì 126 voli di crociera e caccia, sostenendo tredici combattimenti. Dimostrò sempre, non solo grande arditezza e sprezzo del pericolo, ma diede anche continua prova di serena audacia e di elevato sentimento del dovere. Cielo di Trieste, Trento, Gorizia, Monte Pasubio, Cima Dodici, Merano - febbraio 1916, 31 luglio 1917".
Medaglia di Bronzo: "Per l'esempio di calma, coraggio e abnegazione e per aver contribuito a spezzare l'accerchiamento da parte di truppe nemiche. Derna (Tripoli) 3 marzo 1912".
Medaglia di Bronzo: "Quale pilota, in numerose ricognizioni ed azioni offensive, delle quali alcune su terreno montuoso ed altre eseguite in condizioni atmosferiche sfavorevoli, dava prova di calma e coraggio. Pure essendo fatto segno a tiri d'artiglieria nemica, volle adempiere il suo mandato, scendendo anche a quote basse. Partito dal campo quando era ancora notte, scendeva a 600 metri, partecipando al bombardamento di un accampamento avversario. In altra circostanza, incontrato un apparecchio nemico, che gli faceva fuoco contro con mitragliatrice, proseguiva il viaggio di ricognizione, dando modo all'osservatore di controbattere l'apparecchi suddetto. Alto Isonzo, 25 giugno - 15 agosto 1915."
Cavaliere dell'Ordine Coloniale della Stella d'Italia: Onorificenza conferita "motu proprio" da Vittorio Emanuele III di Savoia "Per essersi distinto per la gloria delle colonie e dell'Italia." - Anno 1933
Uno dei primi SPAD S.VII DELLA 71a Squadriglia caccia
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