Nel novembre del 1914 il generale Clemente Lequio di Assaba, già Ispettore delle Truppe da Montagna, fu nominato comandante della zona Carnia.
Si deve a lui la costituzione del fronte nel settore Nord Orientale che andava, partendo dal Monte Peralba, a congiungersi, presso Sella Nevea, con il settore Nord Occidentale del fronte Isontino.
In particolare, nella zona dell'alta Val del But, il torrente che dal Passo Pramòsio scende verso Tolmezzo per congiungersi con il Tagliamento, il generale Lequio ordinò la dislocazione di una serie di posizioni molto avanzate, e quindi immediatamente a ridosso del confine, che poteva dare una maggiore consistenza al presidio ed alla difesa del settore di Timau e dei passi alpini dai quali poter condurre la sperata azione offensiva verso la valle austriaca del Gail da Mauthen fino a Klagenfurt.
Il 24 maggio 1915, come ben noto, iniziarono le ostilità.
Già dal 28 maggio e fino al 16 giugno si succedettero vari combattimenti nella linea Pal Piccolo, Pal Grande e Freikofel.
Alla fine di questo periodo, durante il quale le posizioni furono ripetutamente perse e riprese con continui attacchi e contrattacchi, la situazione, sostanzialmente, non era mutata.
Il Pal Piccolo era caduto in mano Austriaca ma il Freikofel, il Pal Grande e Pizzo Avostanis erano ancora ben controllati dalle nostre truppe e rappresentavano una spina nel fianco degli Austriaci .
In particolare Pizzo Avostanis con i suoi 2200 metri che si ergono in corrispondenza della testata della valle dell'Anger, da dove si diramavano le teleferiche e i sentieri per i rifornimenti austriaci ai Pal e al Freikofel, costituiva per gli italiani una posizione di primordine. In effetti, data la sua collocazione geografica, era considerato un vero baluardo per la difesa del Passo Pramosio e della zona circostante. Per tali ragioni le nostre posizioni furono sottoposte ad intensi bombardamenti con migliaia di proiettili e i verdi pascoli del versante italiano erano, ormai, un paesaggio brullo e devastato da innumerevoli crateri.
Il Comando del 7° Corpo d'Armata Austriaco, agli ordini del generale Rohr, decise di sferrare un attacco nella zona Avostanis-Cuestalta in modo da aggirare le forti posizioni Italiane sulla spalla orientale di Passo Monte Croce Carnico che, fino a quel momento, avevano sistematicamente respinto ogni tentativo austriaco di penetrazione in alta Val But.
Alla fine della giornata gli austriaci lasciarono sul terreno quasi 300 uomini. I nostri caduti furono 26 assieme ad una novantina di feriti.