Baracca - La Guerra all'orizzonte

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Francesco Luigi Giuseppe Baracca nacque a Lugo il 9 maggio 1888.
Dopo gli studi scelse la vita militare nell'Accademia di Modena, dove fu ammesso nel 1907 e da cui, due anni dopo, uscì come sottotenente dell'Arma di Cavalleria del Regio Esercito. Nel 1909 frequentò il corso di specializzazione presso la Scuola di Cavalleria di Pinerolo e l'anno successivo venne assegnato al 2º Reggimento cavalleria Piemonte Reale di stanza a Roma nella caserma Castro Pretorio, dove dimostrò le sue doti di cavaliere vincendo il concorso ippico di Tor di Quinto.
Nel 1912, affascinato da un'esercitazione aerea presso l'aeroporto di Roma-Centocelle, passò in aviazione, che allora era parte dell'esercito. Frequentò i corsi di pilotaggio in Francia con un Nieuport 10, e il 9 luglio conseguì il brevetto di pilota distinguendosi per l'eccezionale abilità nelle tecniche acrobatiche.
Rientrato in Italia nel luglio del 1915 fu assegnato prima all'8a Squadriglia da ricognizione e combattimento su Nieuport-Macchi Ni.10, poi alla 2a Squadriglia e infine, dal primo dicembre, alla 1a Squadriglia, che nell'aprile del 1916 diventò la 70a Squadriglia Caccia, dove gli fu assegnato un Nieuport 11 "Bébé".
Il 7 aprile 1916 abbatté il primo aereo nemico sul cielo di Medeuzza, località nei pressi di San Giovanni di Manzano (l'odierno San Giovanni al Natisone).
Secondo la versione più accreditata l'aereo abbattuto era un  Hansa Brandenburg C.1.; Christopher Shores, nel suo libro "Air Aces", afferma, invece che si trattava di un biposto Aviatik. Questa versione, peraltro, sarebbe confermata, in prima lettura, dalla lettera che Francesco Baracca stesso scrisse ai familiari, da Campoformido, l'8 aprile 1916.
Comunque sia, per questo primo abbattimento, il tenente Baracca fu decorato con la medaglia d'argento al valor militare. Successivamente, durante il conflitto, fu decorato con altre due medaglie d'argento e l'ultima, la terza, fu convertita in medaglia d'oro nel maggio 1918.
Promosso capitano nel giugno 1916, il 28 dicembre abbatté in battaglia il suo quinto aereo, ottenendo l'iscrizione nell'Albo degli Assi.
Agli inizi del 1917, sempre in forza alla 70a Squadriglia, partecipò attivamente all'abbattimento di un Brandenburg austriaco che, l'11 febbraio, sorvolò Udine per eseguire rilievi sulle infrastrutture della città.
Il primo maggio del 1917 ricevette l'incarico, dal Comando Militare, di costituire la 91a Squadriglia, per la formazione della quale ebbe la rara facoltà di scegliere di persona tra i migliori piloti da caccia. Agli inizi la squadriglia era composta da Guido Tacchini, che ne era il comandante, Francesco Baracca, Fuco Ruffo di Calabria, Ferruccio Ranza, Luigi Olivari e Goffredo Gorini. L'unità aveva in dotazione il nuovo Nieuport 17 costruito in Italia dalla Macchi. Sul suo aereo Baracca dipinse, per la prima volta, il cavallino rampante, simbolo che sarà sempre presente nei suoi aerei. Alla fine di maggio Baracca passò sullo SPAD S.VII.
Nel settembre del 1917, con diciannove abbattimenti, era l'asso italiano con il maggior numero di successi. Il 6 di quel mese fu promosso al grado di Maggiore.
Alla fine di ottobre, dopo la ritirata di Caporetto, la presenza di alcune squadriglie da caccia formate dai più esperti piloti tedeschi convinse il nostro esercito a riequipaggiare la 91a Squadriglia con il più potente e moderno SPAD S.XIII. Dopo la Battaglia di Istrana del 26 dicembre 1917, il Comando Aereo comprese la necessità di frazionare i reparti in unità ridimensionate e sparse in campi di volo di dimensioni ridotte e, quindi, più difficilmente visibili dalla ricognizione aerea nemica. Da Padova, l'11 marzo del 1918, la 91a Squadriglia fu finalmente schierata nel campo di volo di San Bernardino a Quinto di Treviso. I piloti, compreso Baracca, alloggiavano presso Villa Borghesan attirando l'ammirata curiosità dei quintini che, in breve tempo, considerarono "di casa" gli aviatori.
Intanto, con lo SPAD S.XIII, Baracca portò il totale delle sue vittorie a trenta facendolo balzare in cima alla lista degli obiettivi della caccia nemica. Il comando supremo, a quel punto, decise di ritirare il Maggiore dalla forza attiva per preservarne il ruolo e la figura. L'incalzare degli eventi bellici sul fronte del Piave, però, rese necessario il suo ritorno in azione nel maggio del 1918. Nei pressi di San Biagio di Callalta, il 15 giugno, abbattendo un caccia Albatros D.III, raggiunse il numero di trentaquattro vittorie conseguite in più di sessanta combattimenti aerei.
Proprio quella notte l'esercito austro ungarico scatenò la grande offensiva sul Piave che, più tardi, sarà ricordata come "la Battaglia del Solstizio".
L'offensiva nemica tentò di scardinare le difese italiane e, sul Montello, giunse molto vicina allo scopo. In quella fase critica si fece un massiccio ricorso alla missioni di mitragliamento a bassa quota per appoggiare lo sforzo della nostra fanteria.
Erano missioni pericolose e costringevano i piloti ad abbassarsi moltissimo, furono infatti denominate "rettile", rischiando di essere colpiti dalla contraerea e dai proiettili di entrambe le artiglierie che sparavano incessantemente.
Nell'infuriare della battaglia, gli ordini che giungevano alle squadriglie si facevano sempre più pressanti obbligando i piloti a moltiplicare le azioni quotidiane.
Nel tardo pomeriggio del 19 giugno Francesco Baracca, appena rientrato con lo Spad XIII danneggiato dal fuoco contraereo, fece approntare uno Spad VII di riserva e seguito dal tenente Osnago, giunto da pochi giorni alla squadriglia, tornò in volo per la quarta missione.
Quello che successe dopo, sopra il Montello, rimane ancora oggi poco chiaro.
Sulle varie cause: il colpo di un cecchino, la contraerea, il fuoco di un aereo nemico, prevalse, in quei giorni la tesi del colpo sparato da terra.
E la battaglia ritardò anche la localizzazione dei resti dell'aereo e della certezza sulla sorte del pilota. Solo il 23 di giugno il corpo di Francesco Baracca fu rinvenuto casualmente da un ufficiale di artiglieria di montagna che stava posizionando una batteria. Informati del rinvenimento sopraggiunsero, in località Busa delle Rane, Ranza, Osnago e il giornalista Garinei del Secolo di Milano.
I funerali dell'asso si svolsero il 26 giugno a Quinto di Treviso nella chiesa di San Giorgio alla presenza di autorità civili e militari e numerosissimi quintini che lo accompagnarono lungo tutto il tragitto dalla chiesa al cimitero di San Cassiano dove, dopo l'elogio funebre pronunciato da Gabriele D'Annunzio, provvisoriamente, fu tumulato presso la tomba della famiglia Girardi. Il giorno dopo fu trasportato nella natia Lugo dove giunse nella tarda serata del 28 per ricevere l'omaggio della popolazione per tutta la giornata del 29. Domenica 30, nel pomeriggio, venne sepolto nel cimitero di Lugo.

ONORIFICENZE
Italia
Cavaliere dell'Ordine della Corona d'Italia: 1917.
Cavaliere dell'Ordine Militare di Savoia: "Pilota di meriti eccezionali, già decorato di tre medaglie al valore, costantemente dedica l'assidua opera sua alla riuscita di brillanti azioni aeree. Il 26 aprile 1917 in fiero e accurato combattimento, con rara abilità e sommo disprezzo del pericolo, abbatteva un nuovo apparecchio nemico, conseguendo così l'ottava sua vittoria. Cielo Carnico, 26 aprile 1917".
Medaglia d'Oro: "Maggiore Cavalleria Gruppo aeroplani. In commutazione della Medaglia d'Argento concessagli col Decreto Luogotenenziale del 24 maggio 1917. Primo pilota da caccia in Italia, campione indiscusso di abilità e di coraggio, sublime affermazione delle virtù italiane di slancio e audacia, temprato in sessantatré combattimenti, ha già abbattuto trenta velivoli nemici, undici dei quali durante le più recenti operazioni. Negli ultimi scontri, tornò due volte col proprio apparecchio gravemente colpito e danneggiato da proiettili di mitragliatrici. Cielo dell'Isonzo, della Carnia, del Friuli, del Veneto, e degli Altipiani. 25 novembre 1916; 11 febbraio, 22-25-26 ottobre, 6-7-15-23 novembre, 7 dicembre 1917".
Medaglia d'Argento: "Tenente Battaglione Squadriglie aviatori. Nell'occasione di un'incursione aerea nemica, addetto al pilotaggio di un aeroplano da caccia, con mirabile sprezzo del pericolo, arditamente affrontava un potente aeroplano nemico, e, dando prova di alta perizia aviatoria e di gran sangue freddo, ripetutamente lo colpiva col fuoco della propria mitragliatrice fino a causarne la discesa precipitosa nelle nostre linee. Per impedire che gli aviatori nemici distruggessero l'apparecchio appena atterrato, discendeva anch'egli, precipitosamente, raggiungendo lo scopo e concorrendo alla pronta cattura dei prigionieri. Cielo di Medeuzza (Udine) 7 aprile 1916".
Medaglia d'Argento: "Capitano Cavalleria Corpo Aeronautico (Aviatori). Pilota aviatore addetto a una squadriglia aeroplani da caccia, con sereno sprezzo di ogni pericolo e grande sangue freddo, dando prova di molta perizia aviatoria, affrontava potenti aeroplani nemici, concorrendo molto efficacemente, con altro nostro apparecchio da caccia, a determinare la caduta precipitosa di due velivoli avversari, l'uno in territorio nemico fra Bucovina e Ranziano, l'altro entro le nostre linee a Creda, presso Caporetto. Cielo di Gorizia, 23 agosto 1916. Cielo di Caporetto, 16 settembre 1916".
Medaglia di Bronzo: "Capitano Gruppo Squadriglie Aviazione Artiglieria. Informato, con altri aviatori, che un aeroplano nemico volteggiava con insistenza sopra Monte Stol e Monte Stariski per regolare il tiro delle proprie batterie, montato su un velivolo da caccia, arditamente assaliva l'apparecchio avversario, che strenuamente si difese con una mitragliatrice e con un fucile a tiro rapido, e, dopo una brillante e pericolosa lotta, concorreva ad abbatterlo, rimanendo ucciso l'ufficiale osservatore e ferito mortalmente il pilota. Monte Stariski, 16 settembre 1916".
Belgio
Oorlogskruis 1914–1918 (Croix de Guerre)
Ufficiale dell'Ordine della Corona del Belgio.
Serbia
Stella dei Karadordevic di IV classe.
Francia
Croix de guerre con palma di bronzo.


ALCUNI DEI VELIVOLI PILOTATI DA FRANCESCO BARACCA
In alto, a sinistra NIEUPORT Ni.11 "Bébé" a destra NIEUPORT Ni.17
Sotto, a sinistra SPAD S.VII a destra SPAD S.XIII
1915-1918

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