L'insegna personale di Francesco Baracca, che l'asso faceva dipingere sulla fiancata sinistra del proprio velivolo, lasciando sulla destra quello della 91a Squadriglia, era il famoso cavallino rampante, sulle cui origini esiste un piccolo mistero.
Una prima ipotesi indica che il colore del cavallino fosse il rosso, derivato per inversione dello stemma del 2° Reggimento Cavalleria Piemonte Reale, del quale Baracca faceva parte. Il più noto colore nero venne scelto dai compagni di squadriglia dopo la sua morte in segno di lutto rinunciando anche alle loro insegne personali.
La seconda ipotesi teorizza che la scelta dell'emblema del cavallino rampante, da parte di Baracca per il suo aeroplano, avvenne dopo aver abbattuto sul cielo di Tolmezzo, il 25 Novembre 1916, il suo quinto apparecchio nemico.
Gli aviatori divenivano assi al quinto abbattimento e, come segno di rispetto per onorare l’avversario, a volte dipingevano l’insegna di quest'ultimo sul proprio aereo.
Francesco Baracca, noto per la sua lealtà e il rispetto per l'avversario, avrebbe quindi fatto dipingere sulla carlinga del suo velivolo il cavallino rampante (già nero, secondo questa tesi) visto su quella del quinto aereo da lui abbattuto, un Aviatik, (o un Albatros B.II secondo altre fonti) pilotato da un aviatore tedesco di Stoccarda.
Il simbolo della città tedesca infatti, è rappresentato da una giumenta nera in campo giallo.
Questo fa pensare che Baracca scelse il cavallino solo dopo la quinta vittoria. Se fosse derivato dal suo vecchio reparto di cavalleria, infatti, avrebbe potuto adottarlo fin dal 1915 come pure se si fosse riferito allo stemma araldico della sua famiglia dove è presente un cavallo rampante nero.
Dopo la morte di Francesco Baracca la 91a Squadriglia prese il nome di "Squadriglia Baracca" e le fu assegnato lo stemma del cavallo rampante (rosso...) con il motto "Vien dal fianco il mio foco" creato da Gabriele D'Annunzio.