OPERAZIONE BARBAROSSA
La spedizione Italiana in Russia
Luglio 1941 - Gennaio 1943
Il 21 giugno 1941 i tedeschi diedero inizio alla campagna di Russia denominata "Operazione Barbarossa".
Il governo italiano ne fu informato solo il giorno dopo e, decise di partecipare alla campagna inviando le nostre truppe.
Fu approntato un corpo di spedizione, costituito da tre divisioni, denominato Corpo di spedizione italiano in Russia (CSIR), che giunse sul fronte orientale a metà luglio del 1941.
I nostri soldati furono inizialmente inquadrati nell'11ª Armata tedesca e poi nel 1° Panzergruppe partecipando alla campagna fino all'aprile 1942.
Quando le esigenze del fronte richiesero l'invio di altri due corpi d'armata italiani le tre divisioni della CSIR affluirono assieme alle altre andando a formare l'8a Armata o Armata Italiana in Russia (ARMIR).
L'armata italiana fu schierata a sud, nel settore del fiume Don, assieme alla 2a Armata ungherese e alla 3a Armata rumena con l'incarico di coprire il fianco sinistro delle forze tedesche che in quel momento stavano avanzando verso Stalingrado.
I rapidi capovolgimenti al fronte cambiarono il corso della battaglia.
Dopo l'accerchiamento delle forze tedesche a Stalingrado, la successiva offensiva sovietica iniziata il 16 dicembre 1942 travolse il II e il XXXV Corpo d'armata italiano (ex CSIR), che facevano parte dello schieramento meridionale dell'8a Armata, e sei divisioni italiane assieme a forze tedesche e rumene che furono costrette a una precipitosa ritirata, che anticipò l'odissea che coinvolse il Corpo d'armata alpino nel mese seguente.
Il 15 gennaio 1943 una seconda grande offensiva sovietica a nord del Don travolse gli Alpini ancora in linea, i quali, mal equipaggiati e a corto di rifornimenti, iniziarono una ritirata nella steppa, incalzati dalle divisioni sovietiche e costretti a patire enormi sofferenze.
La ritirata costò alle forze italiane decine di migliaia di perdite e si concluse il 31 gennaio, quando la Divisione "Tridentina" raggiunse i primi avamposti tedeschi a Šebekino.
Le operazioni di rimpatrio durarono dal 6 al 15 marzo e si conclusero il 24, ponendo fine alle operazioni militari italiane in Unione Sovietica.
La campagna di Russia costò al nostro esercito quasi 80 mila soldati tra morti e dispersi e più di 40 mila feriti e congelati.
Pesantissimo fu il contributo del nostro paese.
Tra le gelide steppe russe, cadendo in combattimento, dispersi nelle innumerevoli battaglie durante la ritirata o patendo le disumane condizioni dei campi di prigionia, non tornarono più:
Per non dimenticare...
Gino Mattiello da Preganziol... uno dei tanti