FRANCIA 1918 - IL SECONDO CORPO D' ARMATA SUL FRONTE OCCIDENTALE
Nel marzo 1918 fu deciso l'invio, sul fronte francese, del Secondo Corpo d'Armata italiano, al comando del generale Alberico Albricci. Era formato da due Divisioni che comprendevano otto Reggimenti di fanteria due squadroni di Cavalleggeri e due Reggimenti di artiglieria e alcuni reparti del Corpo degli Arditi per un totale di oltre 25 mila uomini.
La truppa completò il suo arrivo in Francia alla fine di aprile. Appena un mese dopo, il 27 maggio, con un grande attacco a sorpresa, l'esercito tedesco riuscì a sfondare il fronte francese nei pressi di Reims e, incuneandosi tra le linee difensive dei francesi, giunse a meno di cento chilometri da Parigi.
Il 19 giugno le truppe italiane furono chiamate a presidiare la zona attorno a Bligny in modo da sbarrare la valle del fiume Ardre e, di conseguenza, la strada di accesso a Epernay in modo da mantenere possibili le comunicazioni tra Reims e Parigi.
La zona sotto il controllo italiano era delimitata da due zone boscose e, nel mezzo scorreva il fiume Ardre. Una divisione si schierò tra una riva del fiume e il Bosco des Eclisses, detto anche Montagna di Bligny, una collina alta poco meno di duecento metri, mentre l'altra Divisione si dispose tra il Bosco de Vrigny e l'altra sponda dell'Ardre.
Il Bosco des Eclisses con il vicino Bosco de Courton controllava, oltra al fiume anche la strada verso Epernay e, per questa ragione, era considerato un caposaldo da difendere a qualsiasi costo.
Tra il 23 e il 24 di giugno i tedeschi sferrarono un violentissimo attacco, anche con l'uso di gas e liquidi tossici, contro la nostra fanteria a difesa del Bosco des Eclisses. Ma la pronta reazione di alcuni reparti di Arditi fece fallire l'attacco tedesco.
Ci fu un breve periodo di relativa tregua fino alla notte tra il 14 e 15 luglio quando dopo l'ennesimo bombardamento a gas da parte dei tedeschi iniziò la storica Seconda Battaglia della Marna detta anche Battaglia di Bligny.
L'assalto della fanteria prussiana, appoggiata da carri armati e lanciafiamme, si abbatté con maggior violenza sul lato occidentale verso il Bosco des Eclisses o Montagna di Bligny proprio contro l'ala sinistra dello schieramento italiano. L'accanita resistenza dei nostri reparti fu vanificata dal cedimento della linea posta più in alto, presidiata da truppe francesi e un solo battaglione italiano, permettendo ai tedeschi di aggirare la potente difesa italiana della Montagna di Bligny, costringendo l'intera divisione al ripiegamento. Con eroico sacrificio gran parte del Decimo reggimento di Artiglieria da Campagna e alcuni Battaglioni di fanteria rimasero a contrapporsi all'avanzata nemica in modo da proteggere la ritirata della Divisione e la saldatura dell'altra nostra divisione con le divisioni francesi sull'ala sinistra.
Alle 14:30, un'intera divisione prussiana attaccò la nostra retroguardia che, soverchiata da forze cinque volte superiori dovette arretrare dopo aver subito gravissime perdite. Ma la ritirata non interessò tre battaglioni di fanteria e un intero reparto di Arditi che resistettero fino al giorno seguente quando, avuta comunicazione che le divisioni italo francesi si erano riallineate e predisposte sulla nuova linea di difesa, poterono sganciarsi dal nemico.
Finalmente, dalle nuove posizioni, e su tutto il fronte dell'Ardre iniziò il contrattacco alleato. Attacchi e contrattacchi si susseguirono fino a tutto il 23 di luglio. In tutta questa violentissima fase della Battaglia le nostre truppe si distinsero per coraggio e tenacia.
Negli aspri combattimenti tra il 15 ed il 23 luglio le nostre truppe assolsero egregiamente i compiti loro assegnati e questo in continuo coordinamento con i francesi. Riuscirono a bloccare l'offensiva tedesca tendente a conquistare Eparnay, evitando così l'aggiramento di Reims. Il prezzo fu però altissimo: 10.915 uomini tra morti e feriti, quasi un terzo dell'organico del Corpo d'armata. Tra loro ci fu anche il nostro Giovanni Cattarin, Caporale del 110° Autoparco morto, per malattia, il 22 ottobre 1918 a Saint Jean de Marne.
Terminate le operazioni, le unità italiane furono inviate a riposo presso il campo di Arcis-sur-Aube fino al 22 settembre quando tornarono al fronte, sulla linea dell'Aisne.
Tra il 28 di settembre e il 10 di ottobre furono costantemente coinvolte nelle vaste operazioni militari espugnando in progressione Chavonne e le alture circostanti Soupir e, infine, dopo feroci combattimenti, anche la linea oltre il canale Oise-Aisne pesantemente fortificata dal nemico.
Incalzati da italiani e francesi, i tedeschi iniziarono a ritirarsi ed il Comando del Secondo Corpo d'armata lanciò le sue due divisioni all'inseguimento. che durò fino all'alba del 14 quando liberarono i centri abitati di Festieux, Montaigu e Veslud e, in serata anche la città di Sissonne.
Presa la città, le nostre truppe, sostarono per una ventina di giorni per riorganizzarsi. L'avanzata riprese il 5 novembre, vincendo la resistenza tedesca intorno al nodo stradale di Sissonne e poi a Chivres-Val e lanciandosi così in un'avanzata di 17 chilometri in un solo giorno. Il giorno successivo le unità italiane incontrarono nuclei di resistenza sul fiume Hurtaut, che furono però rapidamente annientati permettendo la liberazione di Rozoy-sur-Serre. I tedeschi tentarono di organizzare un'ulteriore difesa sulla Serre, ma anche questa fu spazzata via la mattina del 9 novembre con il fulmineo intervento dei nostri reparti di Arditi.
onora la Bandiera di Guerra del 89° Reggimento di Fanteria Italiana
con la "Croix de la Valeur Militaire"
Successivamente le truppe italiane entrarono vittoriose nei centri abitati di Marby, Étalle e Chilly.
Il mattino dell'11 novembre l'intero nostro Corpo d'Armata giunse a Rocroi, spingendo alcune pattuglie fino alla Mosa tra Fumay e Revin. Questo fu il punto più avanzato raggiunto dalle nostre truppe. Il giorno stesso, infatti, entrò in vigore l'armistizio di Compiègne che segnò la fine della Prima Guerra Mondiale.
Il 22 gennaio 1919 il nostro Corpo d'Armata, esclusa una brigata, che avrebbe concorso al controllo delle linee di pace nella Renania e nella Saar, lasciò la Francia accompagnato dall'elogio del Generale Philippe Pétain all'indirizzo del Generale Albricci.
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