1916 Fronte Dolomitico - La Guerra all'orizzonte

QUINTO DI TREVISO  - 1915 / 1918
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IL  FRONTE  DOLOMITICO  -  1916










RICERCHE DOPO LA VALANGA
Il 1916, nel fronte Dolomitico fu un altro anno di posizionamento.
Assalti, e contrattacchi dovettero comunque sempre confrontarsi, oltre che con il nemico, anche con le estreme asperità della natura che impose eccezionali doti di uomo e di soldato per compiere il proprio dovere.
Ad un’altezza oltre la quale si spegne ogni forma di vita e la stessa natura si fa nemica dell’uomo, è difficile, capire come le truppe impegnate su questi alti fronti, siano riuscite a continuare la propria esistenza in condizioni tanto impervie, quanto estreme.
La lotta contro il maltempo e le tormente, il freddo e gli assideramenti diventò, molto spesso, più importante della lotta contro il nemico. Soprattutto in inverno, alle quote più alte, i combattimenti cessavano quasi del tutto e i soldati erano impegnati allo spasimo a difendersi dalla neve, a cercare di mantenere i collegamenti con il fondovalle per avere i rifornimenti di cibo e di legna per riscaldarsi, e a tenere le trincee sgombre.
I lavori di trinceramento eseguiti in pareti esposte e i continui spostamenti d'aria provocati dalle esplosioni rendevano ancora più instabile la roccia e, soprattutto, le grandi masse nevose che, staccandosi, formavano estese e micidiali valanghe sotto alle quali perivano anche interi plotoni di soldati. Questa tragedia causò moltissime vittime e, assieme al congelamento, costituì la principale causa di mortalità in entrambi gli eserciti. Anche uno dei nostri soldati, Angelo Zago, fu travolto da una delle valanghe che caddero numerose nella seconda metà di febbraio di quell'anno nella zona del Monte Paterno.  

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