ALFONSO PRUDENZA
Alfonso Prudenza, figlio di Adriano, nacque a Paderno Dugnano (oggi appartenente alla Città Metropolitana di Milano) il 1° marzo 1896 [NOTE - 1].
Arruolato nel Battaglione Aviatori agli inizi del 1917 fu assegnato, con il grado di caporale, alla 25a Squadriglia Voisin dislocata a Pozzuolo di Udine, oggi Pozzuolo del Friuli.
La 25a Squadriglia era, in quel periodo, una delle unità più famose ed era formata da alcuni già celebri aviatori e osservatori come Fucini, De Carlo, Gelmetti, Gabbin, Ciuffelli, Pallavicini.
Alfonso si dimostrò fin da subito pilota abile e coraggioso.
A metà del mese di maggio fu decorato, con la Medaglia d'Argento al Valor Militare, per la perizia con la quale portò a termine le numerose missioni, condotte assieme al tenente osservatore Ignazio Lanza di Trabia.
Tutte le missioni con scopi di ricognizione fotografica e svolte sul fronte carsico, comportavano pericolosi voli, anche a bassissima quota.
Il 23 maggio, Prudenza, partecipò alla prima missione di bombardamento eseguita da aeroplani italiani sul fronte carsico. Vi partecipò, come osservatore e mitragliere a bordo di uno dei sei Voisin, anche Gabriele D'Annunzio, ideatore e organizzatore della missione [NOTE - 2].
Nell'agosto del 1917, durante una missione sul Monte Stol, Prudenza, a bordo del suo aeroplano, rimase gravemente ferito dal fuoco contraereo. Il mitragliere, Ignazio Lanza, riuscì a prendere i comandi e a riportare l'aeroplano in suolo italiano.
La 25a Squadriglia, dopo i fatti di Caporetto, fu temporaneamente sciolta il 10 novembre e Prudenza fu assegnato alla 131a, equipaggiata con i più moderni Pomilio PD, con sede a Fossalunga.
Dopo la Battaglia del Solstizio, per la grande esperienza maturata sui Voisin III, fu chiamato a svolgere un delicatissimo e pericoloso compito che comportava il sorvolo del territorio nemico, l'atterraggio sul suolo occupato e, dopo aver lasciato i nostri agenti segreti con il loro equipaggiamento, il ritorno in territorio italiano.
Durante la missione notturna del 20 agosto 1918 l'aereoplano fu colpito dal fuoco di una mitargliatrice nemica e, incendiandosi, iniziò a precipitare.
La bravura, la conoscenza dell'aeroplano e un notevole sangue freddo, tuttavia, consentirono a Prudenza di atterrare in emergenza salvando se stesso e due agenti che erano con lui.
Con una fuga avventurosa, i tre italiani, riuscirono ad arrivare nei pressi di Caorle e a nascondersi nei canali lagunari dove, il 28 agosto, furono tratti in salvo da un nostro idrovolante.
Per la loro audacia e tenacia furono, tutti e tre, insigniti di Medaglia d'Argento al Valor Militare.
I protagonisti della missione del 20 agosto 1918
Da sinistra a destra
In abiti civili:
cap. Tarcisio Martina;
serg. Alfonso Prudenza;
ten. Lorenzo Lorenzetti.
In divisa:
col. Ercole Smaniotto;
ten. Guido Manacorda
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Il col. Smaniotto fu la mente ideatrice delle missioni oltre le linee
nemiche. Il ten. Manacorda ne fu principale organizzatore
Anni dopo, Guido Manacorda, ricordando quella missione, nel suo libro "La Giovane Italia" scrisse:
"Stretti in crocchio lungo la laguna perlacea, cominciarono i racconti, rotti dalla pungente brezza mattutina.
Il Voisin, colpito nel motore da mitragliatrice nemica, aveva dovuto precipitosamente atterrare nei pressi di una polveriera nemica, lungo il Monticano. Usciti incolumi dai rottami dell'apparecchio infranto e bruciato, pilota e passeggeri erano incappati nelle sentinelle austriache.
Spari, allarmi, fuga nella notte. E poi giorni di vagabondaggio con la gendarmeria alle calcagna, e l'ospitalità presso un degno sacerdote di san Stino; e poi la beffa giocata ai guardiani del ponte sulla Livenza, per essere riusciti a passare loro davanti, su di una carretta di reggimento guidata dalle mani fedeli di un caporale czeco.
E poi ancora altre fughe e travestimenti e insidie, e infine il collegamento e l'incontro col nucleo Romiati e l'insperata salvezza.
Per due notti, in un abbandnata capanna da pescatore, Romiati veglia, tra le nebbia fonda del Nicèsolo, sul sonno prepotente dei suoi compagni più giovani.
Finalmente, il ronzio invisibile e amico. Sempre più vicino, sempre più vicino. Un fievole sciacquio, un'ombra fantastica, il salvatore: Casagrande"
[ LA GIOVANE ITALIA Storia di una nostra gesta di guerra - Maggio Novembre 1918 - Editrice Morcelliana - Brescia 1935 ]
Il 5 settembre 1918 fu costituito a Cà Tessera il Gruppo Speciale Aviazione "I" che aveva il compito di paracadutare i nostri agenti in varie zone dei territori occupati e di rifornirli, successivamente, con altri lanci di viveri e di gabbiette contenenti i piccioni viaggiatori indispensabili per le comunicazioni.
Prudenza, che era rientrato temporaneamente al suo reparto, fu subito chiamato a far parte del Gruppo Speciale.
Il 22 settembre, pilotando un bimotore Pomilio SP4, condusse, con successo, i due agenti Pavan e Mattioli atterrando in territorio occupato .
L'11 novembre, a guerra finita, il Gruppo Speciale fu sciolto. Prudenza rientrò in forza alla 131a Squadriglia che fu trasferita al campo di volo di Beligna in località Cascina Farello a circa un chilometro da Aquileia.
Qui, per un incidente di volo, perse la vita il 31 marzo 1919.
Le sue spoglie riposano nel cimitero degli Eroi presso la Basilica di Aquileia.
ONORIFICENZE
Medaglia d'Argento: "Pilota d'aeroplano, con grande perizia e coraggio, eseguiva, tra il fuoco di numerose batterie antiaeree e di mitragliatrici, ricognizioni fotografiche a bassissima quota, che furono prezioso elemento di giudizio per i comandi di grandi unità nel giudicare delle distruzioni apportate alle difese nemiche. - Altipiano Carsico, 13 - 14 maggio 1917".
Medaglia d'Argento: "Pilota, eguale nella perizia tecnica e nell'ardimento, durante un volo notturno, essendo colpito ed avariato improvvisamente il motore dell'apparecchio, riusciva, con abilissima manovra, a salvare la vita propria e dei compagni, atterrando in territorio occupato e attivamente vigilato dal nemico. Sfuggito al doppio rischio del velivolo in fiamme e degli austriaci sopraggiunti, attraverso un'audacissima, avventurosa peregrinazione, riusciva a riguadagnare, dopo pochi giorni, le nostre linee. - Piave, agosto 1918".
NOTE - 1
Nell'Albo d'Oro dei Caduti della Grande Guerra, sono elencati due Prudenza Alfonso:
Prudenza Alfonso nato il 01/03/1896 a Paderno Dugnano - distretto militare di Monza;
Prudenza Alfonso Silvio nato il 01/03/1896 a Salerno - distretto militare di Salerno.
In entrambi i casi risulta essere deceduto, per incidente aereo, il 31/03/1919 ad Aquileia.
Inoltre, presso i registri dell'Istituto del Nastro Azzurro dei decorati al Valor Militare risulta proveniente da Gorla Minore in provincia di Milano (ma oggi in provincia di Varese).
Un'ulteriore discordanza riguarda le onorificenze annotate nell'Albo d'Oro:
Risultano essere due M.A.V.M. per Prudenza Alfonso di Paderno Dugnano e tre per Prudenza Alfonso di Salerno. Nei registri del Nastro azzurro abbiamo trovato traccia solamente di due M.A.V.M.
Infine, Prudenza Alfonso Silvio da Salerno risulta, nell'Albo d'Oro, assegnato alla 3a Squadriglia aeroplani. In realtà abbiamo riscontro di una sua assegnazione alla 25a Squadriglia Voisin e, successivamente, alla 131a Squadriglia Aeroplani come risulta, in Albo d'Oro per Prudenza Alfonso di Paderno Dugnano.
NOTE - 2
I sei Voisin III LA della 25a Squadriglia decollarono dal campo di volo di Pozzuolo di Udine il 23 maggio 1917.
Gli equipaggi erano così composti:
serg. Pietro Molino e ten. Camillo De Carlo;
cap.le Alfonso Prudenza e ten. Ignazio Lanza di Trabia;
ten. Umberto Gelmetti e cap.no Giuseppe Gabbin;
ten. Luciano Bianchi e cap.no Gabriele d'Annunzio;
ten. Franco Pallavicini e ten. Ermanno Bartolini;
ten. Giuseppe Ciuffelli.
I biplani, armati con bombe e spezzoni (arma esplodente costituita da un pezzo di tubo di ferro, ghisa o acciaio riempito con polvere pirica o gelatina esplosiva e munito di miccia), sorvolarono il territorio italiano fino a Monfalcone poi, giunti alle Bocche del Timavo, piegarono verso Nord-Est sorvolando il Flondar e giungendo, infine, alle linee trincerate del Dosso Faiti dove bombardarono le postazioni nemiche. Poi eseguirono numerosi passaggi, a bassissima quota, mitragliando le trincee austriache.
La missione durò poco più di un'ora e mezza ma il suo impatto sul morale delle truppe austriache, asseragliate a Dosso Faiti, fu devastante e causò anche la resa di numerosi reparti nemici.
Alcuni ufficiali della 25a Squadriglia Voisin (Pozzuolo d'Udine - 1917)
da sinistra a destra:
ten. pilota Giuseppe Ciuffelli, s.ten. Guerra, ten. pilota Franco Pallavicini, ten. pilota Francesco Nociti, cap. osserv. Ermanno Bartolini, ten. osserv. Ignazio Lanza, cap. osserv. Giuseppe Gabbin, ten. osserv. Macchi, ten. pilota Umberto Gelmetti.
VOISIN III LA POMILIO PD POMILIO SP4
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