IL SOGNO
Quando incontrammo Gino Vanin nella sua erboristeria, avvolti dai profumi delle essenze, sapevamo già che era il nipote di Angelo Pinna, chiamato "Gino," perché, quest'ultimo, era il fratello di Antonietta Pinna, mamma di Gino Vanin.
Mentre commentavamo le fotografie e le notizie che Gino ci stava mettendo a disposizione, un fatto, legato alla scomparsa dello zio ci colpì in modo particolare, tanto da chiedergli di poterlo raccontare tra queste pagine.
Successe che, in una notte di giugno, la mamma di Angelo, si svegliò di soprassalto e, sconvolta, raccontò al marito che, in sogno, aveva visto spezzarsi il monumento ai caduti e una delle due statue cadere a terra. Per lei il significato era chiaro. Suo figlio Angelo era morto. Il marito non riuscì a tranquillizzarla e, anche nei giorni successivi, niente e nessuno la dissuase dalla sua drammatica certezza.
Pochi giorni dopo il messo comunale si presentò alle porte della loro casa e prima ancora di poter parlare, la madre di Angelo, gli disse: "Non serve che mi dica nulla. So già che mio figlio "Gino" è morto".
Purtroppo, la notizia che l'impiegato comunale stava portando alla famiglia Pinna era proprio quella. Angelo era caduto, pochi giorni prima, durante una missione aerea nei pressi dell'isola di Rodi nel Mar Egeo.
La tragica perdita di Angelo "Gino", appena ventiduenne, segnò inevitabilmente tutti i familiari e, proprio in suo ricordo, la sorella Antonietta diede al proprio figlio il nome di Gino.
ANGELO E LE DUE SORELLE DAVANTI ALL'INGRESSO
DI VILLA MEMO-GIORDANI IN UNA FOTO DELLA FINE
DEGLI ANNI TRENTA (Archivio Gino Vanin)