LA GUERRA DEI FORTI:
I FORTI ITALIANI
F O R T E L I S S E R
I lavori di Forte Lisser iniziarono nel 1911 e terminarono nel 1914.
Fu costruito sulla sommità del monte omonimo ad una quota di 1633 m. pressoché sul ciglio orientale dell'Altopiano dei Sette Comuni.
L'opera faceva parte della linea di sbarramento Brenta-Cismon che, con i forti di Cima di Lan e di Cima Campo, noto anche come Forte Leone, aveva la funzione di controllare la sottostante Valsugana e la piana di Marcesina. Data la sua posizione, inoltre, poteva fungere da osservatorio verso il Monte Grappa e le Dolomiti.
Il forte era disposto su due piani che erano visibili solamente nella parte non interrata. Alla sommità erano disposte le quattro cupole girevoli corazzate con acciaio spesso 180 mm. e una postazione rialzata per le mitragliatrici. Erano state predisposte, nelle immediate adiacenze, ulteriori postazioni per altri cannoni in affusto rigido.
L'armamento era costituito dai quattro cannoni da 149 mm. nelle cupole e da potenziali ulteriori 4 cannoni da 149 mm. e da 4/8 cannoni da 75 mm.
La difesa ravvicinata, infine, era garantita da una dozzina di mitragliatrici accuratamente disposte in punti diversi della struttura.
Poco dopo lo scoppio delle ostilità con l'Austria, l'avanzata italiana in Valsugana aveva allontanato la linea del fronte ponendola ben oltre il raggio d'azione del forte che fu disarmato per contribuire al necessario rafforzamento delle artiglierie in prima linea. Anche per Forte Lisser, come per altre opere fortificate italiane, il primo anno di guerra passò nell'immobilità completa.
Dal 2 al 8 giugno 1916, durante la massiccia offensiva austriaca sull'altopiano, le artiglierie del forte entrarono in azione nel tentativo di appoggiare la difesa italiana sul massiccio delle Melette ma, stando ad alcuni resoconti dell'epoca, molti dei tiri non giunsero sulle linee nemiche ma, addirittura, caddero su quelle italiane. L'8 giugno il forte subì un bombardamento ad opera dei grossi mortai da 305 mm. austriaci che, tuttavia non causarono danni importanti. L'offensiva austriaca si spense prima che il forte cadesse in mano nemica e la successiva controffensiva italiana, con il conseguente spostamento del fronte, riportò il Forte lontano dalla prima linea.
Ma, alla metà di novembre del 1917, durante la seconda battaglia delle Melette e il ripiegamento delle truppe italiane sulla linea dei Tre Monti, della Val Frenzela e del Monte Grappa, la guarnigione del forte fu costretta ad abbandonarlo dopo averlo minato. Gli austro-ungarici, comunque, lo occuparono, utilizzandolo come deposito munizioni e materiali, fino alla fine della guerra.
In definitiva, Forte Lisser, eccezion fatta per la breve parentesi dei primi giorni di giugno 1916, non fu mai direttamente coinvolto nelle vicende belliche e la sua struttura, pur se danneggiata dalle nostre truppe durante la ritirata del 1917, superò il conflitto.
Subentrò, nei decenni successivi, il degrado causato anche dal massiccio asporto di materiale utilizzato per l'edilizia civile, compresa la costruzione del campanile della chiesa di Enego. Radiato dal Demanio Militare finì in mani private e, finalmente, al Comune di Enego che lo acquistò negli anni Novanta avviando un primo restauro conservativo seguito dalla ristrutturazione e riqualificazione nell'ambito del progetto denominato "Ecomuseo Grande Guerra delle Prealpi vicentine" che ne ha permesso la riapertura e la fruizione pubblica.
Galleria interna di comunicazione
Rovine di forte Lisser