LA GUERRA DEI FORTI:
I FORTI ITALIANI
F O R T E I N T E R R O T T O
Il forte, costruito attorno al 1880-1885, fu eretto sulla sommità del monte omonimo ad una quota di 1392 metri e dominava la parte centrale dell'Altopiano dei Sette Comuni.
Le sue imponenti mura di pietra ricordavano più un castello medievale che una fortificazione moderna.
Negli angoli a sud-est e a nord-ovest del quadrilatero furono erette due torri a pianta rotondeggiante con un diametro di circa dieci metri. Era alto circa 14 metri e, la parte coperta, era protetta da uno strato di terriccio spesso oltre due metri.
Era circondato da un fossato asciutto largo cinque metri e altrettanto profondo. Di fronte al fossato sorgeva un argine di protezione alto circa quattro metri percorso da un camminamento coperto. Si accedeva all'interno del forte grazie ad un ponte levatoio metallico.
All'interno, al piano terra, erano disposti: la guardiola, il deposito viveri, la cucina, il deposito legname, i locali per l’alloggiamento della guarnigione, il deposito munizioni e la stalla. Al centro del cortile c’era il piano di raccolta dei serbatoi.
La fortificazione, che in realtà era una caserma difensiva, aveva la funzione di sbarramento della strada nell'alta Val d'Assa e di sicurezza dell'altopiano di Asiago. Era appoggiata dalla Tagliata di Val d'Assa e dalla batteria installata sul monte Rasta.
Circa l'armamento non esistono informazioni certe. Nei quattro lati e nelle torri la struttura disponeva di 14 feritoie per altrettanti cannoni e di circa 290 postazioni per fucilieri ma non è chiaro se l'opera fu mai armata con i pezzi di artiglieria. Secondo alcuni documenti sembra che il forte, all'inizio delle ostilità, fosse disarmato mentre altre fonti parlano di due cannoni da 75 mm. in affusto rigido collocati nelle adiacenze.
Forse anche per questa ragione, all'inizio della guerra, la fortificazione non destò particolare interesse da parte degli austro-ungarici. Ma il 23 maggio del 1916, durante l'Offensiva di Primavera o Frühjahrsoffensive, dopo la conquista dei forti Campolongo e Verena, il Monte Interrotto e con esso la caserma difensiva, finì al centro dell'attenzione del comando austriaco.
Successive ricognizioni stabilirono che il complesso formato dal Forte Interrotto, dalla Tagliata di Val d'Assa e dalla batteria sul monte Rasta, avrebbe costituito un probabile ostacolo all'avanzata e, quindi, doveva essere reso inoffensivo; ma il 24 maggio 1916 le truppe italiane in ritirata, nel tentativo di rallentare l'avanzata nemica, fecero saltare la Tagliata e, con essa, l'intera sede stradale. Lo scopo fu quindi raggiunto e il III Corpo d'Armata Austriaco rimase bloccato.
Così, le truppe austriache, deviarono l'offensiva verso le linee difensive italiane poste nella parte meridionale della Val Galmarara che caddero qualche giorno dopo permettendo agli attaccanti di scendere rapidamente verso l'altopiano superando il Monte Mosciagh alle spalle di Monte Interrotto.
Intanto il forte era già stato fatto segno di alcuni colpi di obici da 305 mm. e la guarnigione era stata costretta ad evacuare la struttura. Gli Austriaci, infine, occuparono il forte senza grosse difficoltà e, scendendo verso le contrade di Bosco e Rodeghieri giunsero ad Asiago, occupandola, il 28 maggio 1916.
Il forte rimase in possesso austriaco fino alla fine della guerra e fu adibito ad osservatorio per le artiglierie e fu munito anche di un potente riflettore.
L'opera fortificata passò quasi indenne il resto del conflitto fino all'offensiva finale da parte del nostro esercito. Furono infatti le nostre artiglierie a causare gran parte dei danni alla struttura. Nel secondo dopoguerra, infine, fu addirittura usato come bersaglio durante le esercitazoni svolte da batterie missilistiche installate sull'altopiano durante il periodo della guerra fredda.
Dal 2004 sono iniziati i lavori di restauro conservativo della struttura dell'opera con lo scopo di consolidarne le parti murarie, di ripulirla dalla vegetazione e liberando l'area dal materiale che si era depositato negli anni.
I lavori, recentementi giunti a conclusione, hanno riportato la struttura alla migliore condizione possibile considerando lo stato di degrado cui era giunta.
Dalla cima di monte Interrotto, oggi, il vecchio forte ottocentesco sembra tornato alla sua funzione di sentinella dell'altopiano.
Il forte oggi, al termine del restauro conservativo