Pier Ruggero Piccio nacque a Roma il 27 settembre 1880.
Nel luglio del 1913 conseguì il brevetto di volo su monoplano Nieuport, mentre nell’ottobre conseguì il brevetto di pilota militare, venendo assegnato alla 5a Squadriglia.
Allo scoppio della Prima Guerra Mondiale venne assegnato al Corpo Aeronautico Militare. Ricevette una prima Medaglia di bronzo al Valor Militare per le azioni di ricognizione effettuate dal maggio all’agosto del 1915.
Inviato alla Malpensa per conversione su bombardieri Caproni, divenne comandante della 3a Squadriglia su Caproni 300.
Nella primavera del 1916 fu inviato a Parigi per addestramento e passaggio al biplano da caccia Nieuport.
Nel giugno dello stesso anno gli fu assegnato il comando della 77a Squadriglia Nieuport di stanza a Istrana.
Nell’ottobre del 1916 fu decorato con la Medaglia d’Argento al Valor Militare per l’abbattimento di un aerostato d'osservazione "Draken". Fu promosso maggiore nel dicembre del 1916 e, nell’aprile del 1917, gli fu affidato il comando del 10° Gruppo Squadriglie rimanendo in servizio attivo volando sia presso la 77a sia con la preferita 91a.
Promosso tenente colonnello per meriti in servizio nell'ottobre del 1917, divenne, in seguito Ispettore delle squadriglie da caccia.
Nell’estate del 1918 gli venne conferita una Medaglia d’Oro e una d'Argento entrambe al Valor Militare.
Il giorno dopo la fine della guerra, sulla porta della mensa ufficiali della Squadriglia, ospitata presso la casa della famiglia Corrent a Quinto, si presentò un uomo trasandato e sporco che indossava un pastrano austriaco. Era il comandante Piccio, che era stato abbattuto alcuni giorni prima e dato per disperso. Agli ufficiali, che gli si fecero intorno festanti, raccontò che dopo l'abbattimento fu catturato, riconosciuto dagli austro ungarici e rinchiuso nel carcere di Villach. Ma gli esiti della Battaglia di Vittorio Veneto gli permisero di fuggire approfittando del generale sbandamento che si era creato tra le linee avversare. Piccio, scappato da Villach, superò le linee di combattimento spostandosi a piedi percorrendo quasi un centinaio di chilometri. Raggiunse così Udine ormai liberata e a bordo di un mezzo italiano arrivò a Treviso senza chiedere deviazioni dal percorso pur essendo, visto il suo grado, nella possibilità di ordinarle ai conducenti del mezzo militare. Da Treviso, si incamminò di nuovo a piedi verso Quinto dove giunse la sera del 5 novembre.
Durante il periodo bellico con i suoi 24 abbattimenti di velivoli nemici fu uno dei principali Assi dell’aviazione italiana.
Dal 18 gennaio 1926 fu il primo Capo di Stato Maggiore dell'Aeronautica Militare fino al 6 febbraio 1927. Nel novembre del 1933 lasciò l'arma Aeronautica in quanto nominato senatore del Regno d'Italia. Morì a Roma il 30 luglio 1965.
ONORIFICENZE
Italia
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine della Corona d'Italia: "Motu proprio" (per decisione autonoma) del Re d'Italia. 29 settembre 1935 e antecedenti.
Commendatore dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro: "Motu proprio" del Re d'Italia. 20 novembre 1924 e antecedenti.
Ufficiale dell'Ordine Militare di Savoia: Decreto del 17 maggio 1919 e antecedenti.
Medaglia d'Oro: "Tenente Colonnello del corpo aeronautico aviatori. Pilota arditissimo da caccia, sempre pronto ad ogni audacia, abbatteva, dal 10 luglio al 30 novembre 1917, undici apparecchi nemici, portando così il numero totale degli apparecchi da lui abbattuti a diciassette. Personificazione mirabile delle più elette qualità del pilota italiano, condottiero ideale dei cacciatori del cielo, cuore ardente di entusiasmo, soldato provato alle più dure vicende dell’aria, da additarsi come esempio a tutti gli aviatori e come vanto dell’esercito nostro. Cielo dell’Isonzo e del Carso, Aidussina, 28 luglio; Tolmino, 2 agosto; Volgarù, 7 settembre; Avscek, 14 settembre; Kal, 23 settembre; Ternova, 29 settembre; Auzza, 2 ottobre; Mesniak, 3 ottobre; Castelmonte, 25 ottobre; Bosco di Panovizza, 25 ottobre 1917".
Medaglia d'Argento: "Capitano corpo aeronautico gruppo aeroplani. Pilota militare, compì numerosissime ardite operazioni di guerra in aeroplano. Servì di costante esempio e di sprone ai suoi dipendenti, ottenendo costantemente risultati molto efficaci. Il 18 ottobre, spontaneamente, si recò ad abbattere un Draken avversario. Riuscì nella brillante impresa mercé la sua rara abilità e il suo indomito coraggio. Altipiano Carsico, 18 ottobre 1916".
Medaglia d'Argento: "Tenente Colonnello corpo aeronautico militare. Quale ispettore delle squadriglie da caccia, con opera costante e fervida, preparò i propri reparti all'arduo e nuovissimo compito del loro impiego a massa sul cielo stesso della battaglia, partecipando altresì con superbo ardimento e col travolgente esempio del suo entusiastico ardore alle brillanti azioni, che hanno fatto dell'aviazione un valido e sicuro strumento di vittoria. Cielo del Montello e del Piave, 15-25 giugno 1918".
Medaglia di Bronzo: "Tenente. In ripetuti combattimenti dava prova di molto coraggio e capacità al comando della sezione mitragliatrici. Homs, 6 gennaio 1912; Mergheb, 27 febbraio 1912". (Guerra Italo-Turca)
Medaglia di Bronzo: "Capitano di fanteria. Aviatore, compì numerose e molto efficaci ricognizioni ed azioni offensive sul nemico rilevandone e fotografandone le posizioni e le opere difensive, dando continue prove di grande ardire e noncuranza del pericolo. Durante le sue ricognizioni fu quasi sempre fatto segno al fuoco dell'avversario, ritornando varie volte con il velivolo colpito. Friuli e regione Carsica, maggio-agosto 1915".
Francia
Commendatore della Legion d'onore Francese e antecedenti.
RIPRODUZIONE DELLO SPAD VII DELLA 91a SQUADRIGLIA
CON LE INSEGNE DEL COMANDANTE PICCIO
1917
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