Guido Nardini nacque a Firenze il 30 luglio 1881.
Il nome di battesimo completo di Nardini era Guido Giulio Cesare e questo, con il divertimento dello stesso Nardini, causava confusione perché, essendo a volte citato come Giulio Nardini, faceva credere che ci fossero due "Nardini" aviatori. Nel 1911 Nardini ottenne il brevetto di pilota in Francia e, in seguito anche quello italiano. Nel 1912 era in Francia capo pilota della Navigation Aérienne a Parigi e nel maggio dello stesso anno fu il primo italiano ad attraversare il canale della Manica.
Allo scoppio della Prima guerra mondiale si trasferì in Italia dove si arruolò, come volontario, il 24 maggio del 1915 nel Battaglione Aviatori. Pur avendo già 34 anni, vista l'esperienza maturata, non ebbe problemi a farsi reclutare. Il primo anno lo passò come collaudatore o come addestratore e dovette attendere maggio del 1916 prima di poter essere finalmente assegnato alla 75a Squadriglia Caccia schierata nell'aeroporto Tombetta di Verona. La squadriglia aveva in dotazione i Nieuport 11 e aveva funzioni prevalentemente difensive della città. Le incursioni austriache erano rare ed erano effettuate da ricognitori e bombardieri leggeri che sganciavano bombe di piccole dimensioni con effetti più dal punto di vista psicologico che militare. La costituzione di una squadriglia per la difesa della città contribuì senz'altro a risollevare il morale della popolazione.
Il 27 giugno Nardini abbatté il suo primo velivolo nemico. Aiutato da De Bernardi e altri due piloti, costrinse un ricognitore, un Brandenburg C.1 ad atterrare sul suolo nazionale e i due piloti austriaci furono catturati.
Alla fine del 1916 si trasferì a Istrana presso la 78a Squadriglia. Tolto un breve passaggio alla 131a rimase a Istrana fin quasi alla fine del 1917. Durante questo periodo abbatté tre velivoli nemici, uno con il supporto di Magistrini.
Nella tarda estate del 1917 Nardini passò all'Hanriot HD.1 contraddistinto dal numero 18 e che volle personalizzare facendo dipingere sulla carlinga una bandiera triangolare rossa e un diavoletto alato nero che fa gli sberleffi all'ipotetico nemico in coda. Con questo velivolo rivendicò tre vittorie, ma gliene venne riconosciuta solo una. Ferito in uno scontro aereo, rimase lontano dal fronte per diversi mesi.
Rientrò in linea nel marzo del 1918 giungendo a Quinto in quanto assegnato alla 91a Squadriglia di Baracca.
Gli inizi però non furono incoraggianti e, per un guasto al motore, distrusse lo Spad VII assegnatogli. Evidentemente Nardini non si trovò mai a suo agio con lo Spad visto che si fece assegnare un Nieuport 27 con il quale tornò alla vittoria il 3 maggio 1918 in qualità di gregario proprio di Francesco Baracca. Il 17 maggio ottenne un'altra vittoria, condivisa con Magistrini, Novelli e Chiri della 78a, ai danni dell'asso austriaco Franz Gräser, pilota di gran valore la cui scomparsa fece scalpore fra le file austriache.
Le azioni si susseguirono numerose e fu assegnato, in particolar modo, alla scorta di bombardieri Caproni e alla caccia ai palloni frenati per l'osservazione.
Il 23 agosto 1918, durante un trasferimento in motocicletta per ragioni di servizio, ebbe un grave incidente tra Paese e San Bernardino che determinò la fine della carriera operativa. Riconosciuto autore di sei abbattimenti gli vennero conferite una medaglia d'argento al valor militare e due di bronzo.
Nel dopoguerra rimase in aviazione partecipando a varie manifestazioni che si tenevano nella penisola. Nel 1923 quando fu costituita la Regia Aeronautica fece domanda per ritornare in servizio e fu subito destinato alla scuola di volo di Ghedi.
Durante un volo sopra Ciampino un cedimento strutturale dell'ala dell'aereo fece precipitare l'aereo che pilotava. Malgrado avesse abbandonato il suo velivolo, il paracadute, purtroppo, non si aprì causando la sua tragica morte il 26 gennaio del 1928.
ONORIFICENZE
Italia
Medaglia d'Argento: "Sergente del Battaglione Squadriglie Aviatori. Pilota di eccezionale abilità, in numerosi voli di caccia, di crociera e di scorta, dava costante esempio di audacia e di valore. Attaccava arditamente un velivolo nemico, obbligandolo ad atterrare. Pochi minuti dopo, avvistato un altro apparecchio avversario, lo investiva con precise raffiche di mitragliatrice, facendolo precipitare in fiamme. Cielo della val d'Assa - Borgo, 14 giugno 1917".
Medaglia di Bronzo: "Soldato volontario Battaglione Squadriglie Aviatori. Il 27 giugno 1916 attaccava audacemente, con altri apparecchi, un velivolo e vistolo colpito, lo inseguiva per 20 km. nella sua fuga, facendolo segno a continue raffiche di fuoco, finché lo vedeva atterrare ed infrangersi. Cielo di Verona 27 giugno 1916".
Medaglia di Bronzo: "Sergente Squadriglia aeroplani Baracca (91). Pilota da caccia di esemplare audacia e temerità, fu instancabile nel cercare ovunque il nemico, attaccandolo risolutamente anche se superiore in numero. Il 3 e il 17 maggio, il 15 giugno 1918 in unione ad altri piloti, prese parte principalissima ai vari combattimenti, abbattendo tre velivoli nemici. Nelle azioni offensive del giugno 1918, mitragliando a bassissima quota, dimostrò ancora una volta singolare audacia, riportando l'apparecchio in più punti seriamente colpito. Cielo degli altipiani e del Piave, 3 febbraio - 15 giugno 1918".
RIPRODUZIONE DELL' HANRIOT HD.1 (1917) A SINISTRA E DELLO SPAD XIII (1918)
CON LE INSEGNE DEL SERGENTE NARDINI
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