Giovanni Monti nacque a Fratta Polesine il 16 gennaio 1900 in una delle famiglie economicamente più agiate del periodo, famiglia che aveva radici nei moti Carbonari della Fratta, primo esempio di repressione da parte austriaca delle aspirazioni alla libertà e all'emancipazione nazionale.
Nel 1918, partì volontario per la Prima guerra mondiale durante la quale conseguì il brevetto di pilota, dando prova delle sue qualità aviatorie e militari.
Partecipò anche alle guerre coloniali (1925-1926) dove ottenne, una Medaglia di Bronzo al Valor Militare.
Nel 1929 fu insignito della Medaglia di Bronzo al Valor Aeronautico per le sue doti di pilota e di coraggiosa abnegazione in particolare durante le gare della Coppa Schneider. [NOTA]
Morì il 16 luglio 1931 mentre effettuava delle prove di volo con il primo Macchi-Castoldi M.C.72.
[NOTA]
La Coppa Schneider del 1929, a Calshot in Inghilterra, per Monti fu calvario e gloria; il suo Macchi M.C. 67 era veloce ma pieno di gravi inconvenienti. Al secondo giro, mentre stava raggiungendo la riva per la virata a bassissima quota, per la rottura del circuito di raffreddamento, fu investito da violenti getti di acqua e vapori bollenti; nonostante il dolore atroce (le lesioni richiesero il ricovero in ospedale) con grande perizia (nell'M67 la visibilità era solo laterale) ed eccezionale stoicismo e sangue freddo Monti riuscì a controllare l'idrovolante, evitando un massacro della folla enorme accalcata sulle rive e sulla miriade di battelli ormeggiati, e ammarando in acqua libera.
Quando, due anni dopo, morì inabissandosi nel Garda durante i collaudi di un altro prototipo, velocissimo e leggero (il Macchi MC 72 che si "piantava" per uno stupido, gravissimo e a lungo oscuro difetto nella alimentazione, risolto il quale Agello poté stabilire, nel 1934, il primato mondiale di velocità, 709 km/h) la stampa estera e in particolare quella inglese, sempre piuttosto indifferente alle nostre vicende, onorò l' "Eroe di Calshot", dedicandogli lunghi articoli e vistosi titoli di esaltazione e di gratitudine per l'abilità e l'abnegazione di quel giorno. (Sergio Sottovia - www.polesinesport.it)
Quando, due anni dopo, morì inabissandosi nel Garda durante i collaudi di un altro prototipo, velocissimo e leggero (il Macchi MC 72 che si "piantava" per uno stupido, gravissimo e a lungo oscuro difetto nella alimentazione, risolto il quale Agello poté stabilire, nel 1934, il primato mondiale di velocità, 709 km/h) la stampa estera e in particolare quella inglese, sempre piuttosto indifferente alle nostre vicende, onorò l' "Eroe di Calshot", dedicandogli lunghi articoli e vistosi titoli di esaltazione e di gratitudine per l'abilità e l'abnegazione di quel giorno. (Sergio Sottovia - www.polesinesport.it)
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