Baracca non è tornato.
Baracca caduto? Non lo vogliamo credere per non sentire la nostra fede scossa, per non dare
al nemico un sì gran vanto.
Baracca non è morto, è con noi, sarà con noi sino alla fine!
….
Hanno ritrovato Baracca.
Baracca no; il corpo bruciato dell’Eroe. Ancora non si sa bene come cadde pare per una fucilata di un fante nemico.
Non poteva cadere, Lui, abbattuto da aviatori! Andiamo tutti ai funerali: per desiderio nostro e per ordine superiore.
Il paese di Quinto è affollato: triste folla! Nella piazza, reparti di tutte le armi. In cielo squadriglie incrociano: per onore e per protezione, affinché la salma non sia colpita ancora dalle bombe che gli avversari potrebbero lanciare, richiamati da questa folla come avvoltoi.
Ricordo, di questo funerale, le parole di D’Annunzio, che ascoltai teso verso quell’uomo come verso una sorgente dolorosa eppure splendente.
Il caduto sfolgorava più vivo e vittorioso. Ricordo, al passaggio del feretro, una giovine donna che da una finestra socchiusa piangeva disperatamente, di una disperazione così profonda che sembrava raccogliere lo strazio di tutte le donne d’Italia.
Piangeva il suo amore rarissimo? Il giovane sereno, sempre sicuro della sua vittoria?
Altre donne ed anche uomini vidi piangere in quel funerale di guerra.
Funerale severo; l’indispensabile per consacrare un proposito di tutti: far rivivere Baracca in nuove vittorie, far sentire al nemico che Baracca non era morto.
Ma i fiori e le fronde, quando fu passato il lungo corteo, coprivano la strada, ed esalavano un triste odore di morte.
Baracca era scomparso!