Tarcisio Cantarutti nacque a Manzano (Udine) il 14 gennaio 1893.
Abile e pluridecorato mitragliere sui Caproni, compì la sua ultima missione nella 6a Squadriglia il giorno prima del trasferimento. Infatti, il tenente colonnello Armani, ex comandante della 2a Squadriglia, aveva fatto specifica richiesta per averlo ancora nel suo equipaggio conoscendone le doti militari che aveva avuto modo di apprezzare durante il primo periodo trascorso assieme volando con il Caproni n. 4071 della 2a Squadriglia.
Durante quel primo periodo si distinse anche per gli atti di estremo coraggio per i quali meritò una prima Medaglia d'Argento al Valor Militare con disappunto del suo comandante che, per il suo mitragliere, sperava in maggiori riconoscimenti avendolo più e più volte proposto per altre onorificenze.
Scriveva così, alcuni anni dopo, il tenente colonnello Armani a proposito del suo mitragliere:
"Dire di lui non è facile, la sua vita di mitragliere in una squadriglia da bombardamento è stata una continua prova di valore, di coraggio, di eroismo. Ed io voglio ricordare in questa raccolta di episodi il mio ottimo compagno di tanti voli, ricordare chi contribuì più di una volta alla salvezza dell'apparecchio con la sua calma con il suo coraggio in momenti di angoscia e di terrore.
Lo trovai ad Aviano quando fui assegnato all'XI gruppo squadriglie aeroplani da bombardamento era mitragliere alla 2a squadriglia e fece parte fin dal primo bombardamento del nostro equipaggio.
D'animo buono, pronto sempre alla prima chiamata, sul suo volto io ho sempre veduto il sorriso; sempre, anche nei momenti di maggior pericolo, anche quando tutto pareva finito e sembrava che la morte già ci avesse ghermito coi suoi artigli.
Cantarutti provvedeva a tutto, quando si passavano le linee saliva sulla torretta di poppa, scrutava l'orizzonte quasi desiderasse far funzionare le mitragliatrici che egli curava con l'affetto di una mamma. Dalla torretta però discendeva quando si era sull'obbiettivo, la sua opera era necessaria prima di tutto per levare le spine di sicurezza alle bombe, poi per sganciare a mano quelle che rimanevano agganciate per il cattivo funzionamento del lanciabombe. E via di nuovo in torretta fino a che si ripassavano le linee.
Durante l'azione al passo del Tonale col Caproni Ca.5 essendosi accorto che le granate da 260 non si erano sganciate non esitò a portarsi in fondo alla carlinga, rimanere sospeso al di sotto, quasi nel vuoto ad un'altezza di circa 4000 metri e liberò l'apparecchio da quel carico divenuto inutile e pericoloso.
Quando scoppiò l'incendio a bordo, durante un bombardamento notturno non titubò e, seduto fuori della carlinga per meglio lanciare il getto dell'estintore, fu magnifico per il suo sangue freddo ed il suo coraggio.
I superiori non seppero tener conto di questo suo valoroso contegno!
Quando l'equipaggio del «4071» fu diviso ed io passai alle dipendenze della Regia marina, Ridolfi fu inviato in zona territoriale, il tenente Cutello e Cantarutti rimasero a Verona.
Cantarutti doveva venire con me e l'ordine di trasferimento venne la vigilia della sua eroica morte. Fatalità!
Doveva partire, ma non volle lasciare il gruppo il giorno in cui si doveva effettuare un importante bombardamento, fu lui che disse al tenente Cutello: «Andiamo».
E andarono, partirono su di un Caproni pilotato da due americani."
Trasferito temporaneamente alla 6a Squadriglia da bombardamento fu aggregato all'equipaggio del Caproni matricola 11669 che, durante la missione di bombardamento sulla zona di Vittorio Veneto, fu abbattuto dalla caccia nemica dopo una strenua difesa durante la quale il mitragliere Cantarutti riuscì anche ad abbattere due velivoli austriaci.
Per questa ultima e drammatica missione gli venne conferita la seconda Medaglia d'Argento al Valor Militare.
ONORIFICENZE
Italia
Medaglia d'Argento: "Ardito mitragliere, in pochi mesi partecipò a numerosi ed importanti bombardamenti, offrendosi spesso spontaneamente a prender parte a difficili azioni offensive, e dando sempre prova di imperturbabile calma e di coraggio anche nei momenti del più grave pericolo. Cielo del Carso e del Trentino - luglio 1917, marzo 1918".
Medaglia d'Argento: "Il 27 ottobre 1918, accerchiato durante un'azione di guerra, da un nucleo di cinque apparecchi nemici, calmo e sereno innanzi al pericolo, sostenne, con eroico contegno la lotta ineguale, fulminando gli avversari col tiro preciso della sua arma infallibile, e abbattendone due, fino a che, coll'apparecchio in fiamme, precipitava al suolo, scontando con l'eroica morte, il magnifico esempio del suo ardimento. Cielo di Vittorio Veneto - 27 ottobre 1918".
Un Caproni Ca. 3 delle Squadriglie Bombardieri Caproni