Zago Giuseppe Nato a Quinto di Treviso il 17 novembre 1896. Figlio di Ferdinando e Vanin Amalia. Contadino. |
Arruolatosi nella Legione Allievi dei C.C. R.R. il 21 novembre 1915.
Assegnato al 35° Reggimento Fanteria (Brigata Pistoia) in quanto non idoneo al servizio speciale dei C.C. R.R. e inviato in territorio dichiarato in stato di guerra il 30 novembre 1915
Trasferito al 229° Reggimento Fanteria (Brigata Campobasso) il 30 aprile 1916.
Trasferito all' 86° Reggimento Fanteria (Brigata Verona) il 23 novembre 1917.
Trasferito al 52° Reggimento Fanteria (Brigata Alpi) il 10 aprile 1918.
Partito dal territorio dichiarato in stato di guerra e rientrato in Italia al deposito del reggimento il 15 agosto 1919.
Inviato in congedo illimitato il 16 dicembre 1919.
Sul Foglio Matricolare di Zago Giuseppe (Specchio D) si legge:
"Ferito d'arma da fuoco nel fatto d'armi di San Pietro [di Gorizia] il 18 agosto 1916."
Dal Diario di Guerra della Brigata Campobasso (229° e 230° Reggimento)
"All'alba del giorno successivo [10 agosto 1916], muove risolutamente verso gli obbiettivi e, benchè sottoposta a violento tiro d'artiglieria, riesce ad avanzare e ad occupare le posizioni avversarie. Continuando l'intenso fuoco d'artiglieria essa sosta sulla fronte raggiunta, ma alla sera, ripresa l'azione, prosegue nella sua avanzata e, nella notte sull'11, mentre il II/229° riesce ad impadronirsi di q. 280 e del costone fra detta quota e la sella di Dol, il 230° estende la sua occupazione verso l'Isonzo (q. 59).
Il giorno successivo, data la forte resistenza nemica, l'attacco al M. Santo viene sospeso e la brigata è costretta a ripiegare alquanto dalla linea raggiunta per collegarsi a destra con i riparti della "Pescara" arrestati dalle difese nemiche sulle pendici del Veliki Ilrib.
Dalla nuova linea occupata, la brigata asseconda l'azione svolta dalla "Benevento" che ha sostituito la "Pescara" nei ripetuti attacchi contro S. Caterina.
In questi giorni la "Campobasso" sostiene, nelle posizioni occupate, e che saldamente mantiene, incessante fuoco d'artiglieria che le produce gravi perdite (31 ufficiali e 868 militari di truppa)."
Dal Diario di Guerra del 1918 della Brigata Alpi (51° e 52° Reggimento) in Francia.
"Dal 24 gennaio al marzo essa è in linea nella regione del Grappa, alla dipendenza della 50a Divisione ed alterna turni di trincea e di riposo nel tratto Rocce Anzini — Col del Miglio — Ca’ d’Anna.
Compiuto in aprile un periodo di riposo nei pressi di Bassano e ancora un turno di trincee sulle posizioni di M. Tomba e Monfenera - sempre con la 50a divisione - si concentra presso Crespano, donde inizia, il 23 aprile, il trasferimento per i campi di Francia, passando a far parte della 8a Divisione (II Corpo d’Armata).
[...]
La brigata, giunta in Francia, si raccoglie il 25 aprile nel campo di S. Ouen, ove i reparti accantonano e trascorrono un periodo di speciali istruzioni fino al 24 maggio.
Dopo essere passata nelle linee del settore dell’Aisne (Argonne), si schiera in prima linea a sud-ovest di Reims, occupando i margini occidentali del Bois des Eclisses e la montagna di Bligny. In tali posizioni la brigata non tarda a subire l’urto di poderosi attacchi germanici, ai quali resiste e reagisce nonostante la potenza dei mezzi impiegati dall’offensore e il fatto di trovarsi in zona sconosciuta. La notte sul 23 giugno il nemico, dopo aver scatenato un rapido e violento tiro di artiglieria a tergo delle posizioni occupate dal II e III/51°, sferra un attacco decisivo, accompagnato da largo impiego di mitragliatrici leggere e da un fitto lancio di bombe. L’attacco, progredendo sulla dorsale della montagna di Bligny, riesce a travolgere un tratto di linea presidiata da una compagnia del 51°, che già aveva subito gravissime perdite per il bombardamento. I superstiti ripiegano sulle posizioni retrostanti e il nemico può così occupare la sella tra il M. Bligny e il Bois des Eclisses. Le compagnie di rincalzo del 51° ed una del 52° (9a compagnia) accorrono con prontezza, e, lanciate ad un vigoroso contrattacco, riescono a rioccupare tutti gli elementi di trincea perduti; soltanto pochi nuclei nemici rimangono annidati negli imbuti di granata lungo la linea delle nostre vedette.
La notte successiva il nemico torna alla riscossa con un nuovo impetuoso attacco, ma trova i reparti della "Alpi" pronti al contrattacco e viene respinto nelle sue trincee."
Soldati italiani inviati sul fronte francese attraversano una cittadina nelle retrovie
fonte: Storia e memoria di Bologna (https://www.storiaememoriadibologna.it