![]() | Zago Cassiano Nato a Quinto di Treviso il 17 aprile 1895. Figlio di Vendramino e Cibin Luigia. Contadino. |
Chiamato alle armi il 1° giugno 1915.
Assegnato al 79° Reggimento Fanteria (Brigata Roma) il 15 giugno 1915 e inviato in territorio in stato di guerra.

Trasferito al 161° Reggimento Fanteria (Brigata Ivrea) il 28 settembre 1915.

Promosso al grado di Caporale il 15 giugno 1917.
Trasferito al 268° Reggimento Fanteria (Brigata Caserta) il 15 novembre 1917.

Promosso al grado di Caporale Maggiore il 10 marzo 1918.
Partito dal territorio dichiarato in stato di guerra per malattia il 7 giugno 1918.
Rientrato al Deposito dell' 83° Reggimento Fanteria il 28 febbraio 1919.
Inviato in licenza illimitata il 24 aprile 1919 e congedato il 30 ottobre dello stesso anno
![]() | MEDAGLIA DI BRONZO AL V. M. Soldato reggimento fanteria. Già distintosi per ardimento e coraggio, incaricato di portare ordini ed avvisi, assolveva con calma il proprio mandato, attraversando impavido, zone intensamente battute dal fuoco micidiale dell'avversario. Quota 1050 Macedonia Serba, 9 maggio 1917. |

del 1917 della Brigata Ivrea
(161° e 162° Reggimento)
"Dall'8 al 10 aprile tutta la brigata ritorna in trincea al posto della "Cagliari" sulle posizioni di prima linea comprese fra la quota 1050 e il Piton Rocheux.
Dopo un'accurata preparazione, il 9 maggio essa inizia una vigorosa azione aggressiva nell'arco della Cerna. Il 161° ha per obbiettivo la q. 1050 che deve attaccare su due colonne; il 162° punta, anche su due colonne, contro il Piton Brulè.
Sferrato l'attacco, le prime ondate del 161° raggiungono la linea avanzata avversaria e si accingono a procedere, quando il nemico scatena un fuoco violentissimo di rappresaglia che arresta ogni ulteriore slancio degli attaccanti e fa esplodere alcune mine predisposte sotto le sue trincee, una delle quali distrugge quasi completamente la 9a compagnia del 161°.
Il 162° contemporaneamente conquista la prima linea di trincea del Piton Brulè, ma subisce anch'esso la violenta reazione del tiro avversario ed è costretto a ripiegare sulle posizioni di partenza.
Il nemico tenta di profittare dello stato d'animo dei nostri riparti, lanciando ripetuti contrattacchi che sono respinti. Le perdite della brigata sono di 40 ufficiali e 1203 militari di truppa".
(Nella foto: Accampamenti sotto il Piton Brulè - Fronte Macedone 1917)