Soligo Luigi 1885 - Quintini

I R E D U C I
QUINTO DI TREVISO
QUINTO DI TREVISO - 1915 / 1918
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Soligo Luigi

Nato a Quinto di Treviso l' 11 agosto 1885.
Figlio di Pietro e Puppinato Emilia.
Contadino.
Chiamato alle armi il 31 luglio 1915 e assegnato all' 8° Reggimento Bersaglieri Ciclisti.



Sul Foglio matricolare risulta che Soligo Luigi rimase ferito lo stesso 31 luglio ma non sono riportati dettagli..
[Precisiamo che i fogli matricolari erano stilati manualmente e non sempre in modo puntuale. è, quindi, possibile che si tratti di un errore di trascrizione oppure di una ferita contratta lontano dalla linea di battaglia considerando che, alla data del ferimento, il Battaglione Ciclisti era a riposo nelle retrovie.]
Più esaustive le informazioni relative alle altre tre ferite riportate in combattimento:
Il giorno 8 agosto 1916 riportò una ferita durante i combattimenti nei pressi di Villa Fausta a Lucinico.
Il 23 maggio 1917 subì una ferita alla mano sinistra per lo scoppio di una granata durante i combattimenti attorno al Monte Santo.
Il 10 gennaio 1918 subì una ferita da arma da fuoco lungo la strada di Caposile a ridosso delle trincee di prima linea.
Rimase in territorio dichiarato in stato di guerra fino al 1° gennaio 1919.
Inviato in licenza illimitata il 10 marzo 1919 e congedato il 15 agosto dello stesso anno.
Dal Diario di Guerra del 1917 dell' 8° Reggimento Bersaglieri Ciclisti
"Destinato al VI corpo d'armata, raggiunge il 22 [maggio] Dolganijva e durante la notte sul 23 si reca, per le pendici occidentali, sul M. Santo.
Il giorno medesimo viene costituito un forte nerbo di truppe che, posto agli ordini del comandante della "Palermo", dovrà attaccare le posizioni nemiche del predetto monte. Nove Battaglioni ed una batteria da montagna sono destinati a compiere la difficile operazione che si svolgerà nel modo seguente:
    - una colonna forte di tre battaglioni del 67° fanteria e di uno del 33° dovrà, per il rovescio del costoneSkalnica, puntare a nord della sommità di q. 682, impadronirsi di questa accerchiandola e scendere poscia lungo il costone sud fino al di là dell'ultimo ordine di trincee;
    - una colonna composta di due battaglioni bersaglieri ciclisti (VIII e X) e da una compagnia mitragliatrici del 33° fanteria dovrà puntare direttamente sulla q. 611 di M. Santo, mantenendosi cillegata colla precedente, onde far fronte a qualsiasi eventuale attacco avversario che tentasse frapporsi alle due colonne;
    - due battaglioni del 237° fanteria rimarranno a disposizione del comando di brigata in opportuna posizione per coprire il fianco sinistro delle truppe di attacco ed un altro battaglione dello stesso reggimento si terrà sulla destra, verso la sella di Dol, a guardia delle provenienze da sud e da est ed a copertura del nostro fianco destro. Inoltre, a disposizione del comando della "Palermo", vi saranno due battaglioni del 43° fanteria.
Nelle ore pomeridiane ha inizio l'azione ed i riparti si lanciano impetuosamente verso i loro obbiettivi.
Le prime pattuglie della colonna del 67° riescono a raggiungere, in un sol sbalzo, il cocuzzolo sul quale si erge il convento; ivi trovano però le trincee avversarie occupate in forza e la difesa sapientemente organizzata. Durante il breve periodo di titubanza che ne consegue, fulmineo si scatena lo sbarramento di fuoco delle artiglierie nemiche che frappongono una barriera insormontabile tra le truppe di irruzione e quelle di rincalzo. Si cerca di far affluire sul posto altri riparti, ma ciò non riesce ed i nostri, contrattaccati da ogni parte, ripiegano.
La testa della colonna bersaglieri (VIII e X) è pervenuta nel contempo brillantemente sulla vetta di q. 611, catturando numerosi prigionieri e tutto travolgendo. Anche qui però il successo è momentaneo; il concentramento di fuoco si pronunzia immediato, abbattendosi furioso sulle ondate dei rincalzi, appena esse, uscite dalla vicina boscaglia, tentano di salire sul ripido e nudo pendio che, con un dislivello di quasi 200 metri porta alla cresta. Ivi mitragliatrici e armi da trincea inchiodano al terreno i nostri che vi si sostengono per quasi un'ora, finchè, dopo una lotta sovrumana, decimati e senza speranza di aiuto, ripiegano lentamente.
L'azione non ha seguito. I due battaglioni bersaglieri hanno perduto complessivamente 25 ufficiali e 547 militari di truppa".
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