Sabelli - La Guerra all'orizzonte

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Giovanni Sabelli nacque a Napoli il 23 settembre 1886.
Laureatosi in ingegneria a New York, imparò a volare in Inghilterra, nel 1912.
Durante la prima guerra dei Balcani si arruolò volontario nell’esercito bulgaro per combattere i turchi. Sottotenente della riserva, allo scoppio della Grande Guerra, dovette ritornare presso le scuole di volo e conseguì il brevettò militare nel 1915.
All'inizio del conflitto, quindi, era già un pilota dotato di esperienza di combattimento. A febbraio del 1916 fu assegnato alla 2a Squadriglia Caccia. Nel mese di aprile fu trasferito sul fronte albanese come pilota della 34a Squadriglia Farman e, il 9 settembre 1916, fu promosso al grado di tenente pilota e trasferito come comandante della Sezione difesa Nieuport.
Desideroso di entrare in combattimento presentò richiesta di rientrare in Italia, rivolgendosi direttamente a Francesco Baracca che gli rispose affermativamente nel marzo del 1917 informandolo dell'imminenza del suo trasferimento con conseguente ritorno sul fronte italiano. Rientrò ad aprile unendosi alla 71a Squadriglia dove vi rimase per pochi giorni prima del trasferimento definitivo, su richiesta diretta di Baracca, alla costituenda 91a Squadriglia che sarebbe stata formata dai migliori piloti italiani. In agosto, presso la nuova Squadriglia, abbatté il suo primo velivolo nemico al quale ne seguirono altri in settembre giungendo brevemente al quinto abbattimento alla fine dello stesso mese. Per l'ultimo abbattimento, che già lo collocava nella lista degli Assi, ricevette la Medaglia d'Argento al Valor Militare.
Il 25 ottobre 1917, durante le febbrili giornate seguenti agli eventi di Caporetto, stava volando come gregario di Pier Ruggero Piccio nelle vicinanze del teatro della battaglia. Piccio attaccò un aereo biposto austro ungarico ma la sua mitragliatrice si inceppò. Sabelli prese immediatamente il suo posto ma, mentre era impegnato nel combattimento, non si avvide dell'arrivo di una pattuglia di caccia nemici che lo sorpresero alle spalle. Il suo aereo precipitò sull'Altopiano della Bainsizza lasciando una scia di fumo. A causa dell'infuriare dei combattimenti nella zona il suo corpo non fu mai ritrovato. Ferruccio Ranza onorò la memoria del suo amico adottandone l'insegna, e facendola dipingere sul suo SPAD S.VII.


ONORIFICENZE
Italia
Medaglia d'Argento: "Tenente del Battaglione Squadriglie aviatori. Pilota di grande valore e molto ardito, ha attaccato numerosi apparecchi nemici in combattimenti aerei a brevissima distanza. Il 6 aprile 1916, attaccava sul golfo di Trieste un idrovolante avversario, che lanciava bombe su due nostre torpediniere, e lo fugava. Il 29 aprile 1916, dopo aver obbligato un apparecchio nemico ad abbandonare la lotta e dopo averlo ricacciato oltre le linee, rientrava al campo di atterraggio con l'aeroplano forato da più colpi di mitragliatrice, dei quali alcuni negli organi essenziali di comando. Ha eseguito con apparecchio da caccia voli di protezione nei bombardamenti di Lubiana, Adelsberg, Col Santo. Ha obbligato, con attacchi decisi ed arditissimi, non pochi apparecchi nemici, due dei quali diretti su Vicenza il 25 luglio e il 24 settembre 1916, a rientrare nelle proprie linee. Pilota coscienzioso e brillante, ha sostenuto in complesso dieci combattimenti aerei a quota altissima, su zona montuosa, difficilissima e con qualsiasi condizione atmosferica. Cielo di Trieste - Gorizia - Vicenza - del Trentino, marzo-settembre 1916".
Medaglia d'Argento: "Tenete di complemento del Genio, Gruppo Aeroplani Squadriglia. Abile e ardito pilota da caccia, dava costante prova di sereno coraggio in brillanti e numerosi combattimenti con velivoli nemici, abbattendone uno e costringendo altri due ad atterrare. Cielo di Castagnevizza, del Monte Sabotino e di Vertoiba, 10 agosto, 6 e 17 settembre 1917".

RIPRODUZIONE DELLO SPAD VII DELLA 91a SQUADRIGLIA
CON LE INSEGNE DEL TENENTE SABELLI
1917

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