Durso - La Guerra all'orizzonte

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Mario D'Urso divenne pilota durante la guerra trasferendosi, con il grado di caporal maggiore, dalla fanteria. Siciliano d'origine, si distinse fin da subito per le straordinarie doti acrobatiche tanto che, più tardi, il Generale Plinio Locatelli (1896 - 1973) lo definì con queste parole "Così Mario D’Urso, un pilota senza l’aureola dell’eroe, senza la qualifica di asso, inconsapevolmente divenne il precursore del volo acrobatico. Anche in combattimento volava con una dolcezza da lasciare incantati gli stessi altri piloti, nemici e amici".
Assegnato inizialmente all' 82a Squadriglia, con il grado di sergente, volò con un Macchi Hanriot HD.1, partecipando anche alla famosa "Battaglia aerea d'Istrana" del 26 dicembre 1917 durante la quale riuscì ad abbattere uno dei bombardieri DFW nemici. L'esito vittorioso dell'aviazione italiana non distolse l'attenzione del Comando aereo sul fatto che era ormai necessaria una diversa dislocazione degli aeroporti frammentando le forze in campi di volo più piccoli e meno localizzabili dalla ricognizione nemica. Per questa ragione, sul finire del 1917, l'82a Squadriglia fu sciolta e i piloti furono trasferiti ad altri reparti.
D'Urso giunse l'11 di marzo nell'appena inaugurato campo di Volo di Quinto essendo stato assegnato alla 91a Squadriglia.
Passò quasi subito agli Spad XIII volando come gregario con gli altri piloti. Il 22 di maggio del 1918, durante una missione fu di sostegno e difesa all'azione di Baracca che, sopra il Piave abbatté il suo 32mo velivolo nemico. D'Urso, durante il periodo bellico, abbatté due aerei nemici.
Della sua vita, dopo la fine della guerra, racconta così ancora il Generale Locatelli:
"La fine della guerra tolse anche a lui un lavoro, un mestiere, una ragione di vita. Si trovò di punto in bianco sul lastrico. E si accorse di non saper far altro che volare. Allora vennero i tempi duri, i tempi di fame. Cercò di sbarcare il lunario girovagando con una vecchia carabattola di aeroplano e prestando, a chi pagava anche poche lire, i servizi di un pilota con aeromobile. Nel 1921 era a Campoformido, proveniente da Milano. Il suo nuovo impiego: il ’battitore’. Era stato, infatti, ingaggiato da una ’troupe’ cinematografica che, per esigenze pubblicitarie, si trasferiva da Milano a Budapest a bordo di un bimotore Breda B1, rimodernato e adattato, mentre D’Urso, con un vecchio Aviatik precedeva in volo il lento biplano nell’intento di fargli la rotta e di trovargli i campi di atterraggio. Nella zona di Szombathely, il bimotore atterrò fuori campo e D’Urso, che si trovava in avanscoperta, nella ricerca del Breda scivolò d’ala e non riuscì più a controllare il vecchio Aviatik che si schiantò ponendo fine alla vita del pilota".
Brani tratti da “ La Meravigliosa Avventura “ libro 1° di Renato Rocchi.
     
RIPRODUZIONE DEI VELIVOLI PILOTATI DAL SERG. D'URSO
A SINISTRA IL MACCHI HANRIOT HD.1 DELL' 82a SQUADRIGLIA  (1917)
A DESTRA LO SPAD XIII DELLA 91a SQUADRIGLIA (1918)

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