Scaroni - La Guerra all'orizzonte

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Silvio Scaroni nacque a Brescia il 12 maggio 1893.
A circa 16 anni s'innamorò dell’aviazione. Correva infatti il 1909 e Silvio si trovava Brescia quando, nel settembre di quell’anno, si tenne il “Primo circuito Aereo Internazionale di Brescia” una manifestazione alla quale parteciparono diversi piloti famosi come Glenn Curtiss, Luis Bleriot e Gabriele D’Annunzio che, a quell'epoca, erano i primi eroi dell'aria, ed affascinarono il giovane Scaroni lasciando in lui un ricordo indelebile.
Nel 1913 fu arruolato in artiglieria, ma, seguendo la sua passione ottenne, nel marzo del 1915, il trasferimento presso la scuola di Pisa - San Giusto dove conseguì, ad agosto, il brevetto di pilota e, dopo un mese, quello di pilota militare.
Allo scoppio delle ostilità fu assegnato alla 4a Squadriglia aviatori per l'artiglieria della Terza Armata. Il compito di questa specialità era quello di controllare e dirigere il fuoco delle artiglierie sorvolando i campi di battaglia con pericolosi voli di ricognizione sempre esposti al fuoco contraereo e alla caccia nemica e, per quei piloti che come Silvio Scaroni amavano l'azione, rimaneva una specialità che non soddisfaceva appieno il desiderio del confronto diretto con il nemico. Ad ogni modo, Scaroni, si impegnò con grande perizia e senso del dovere e, assistito anche dalla fortuna, riuscì a sopravvivere a tre atterraggi di emergenza. Durante il periodo trascorso in questa squadriglia fu insignito di due medaglie al Valor Militare. Una di bronzo nel 1915 e una d'argento nel 1917. Comunque, la sua predisposizione per la caccia aerea fu infine notata, e nel giugno del 1917, Scaroni fu inviato a Malpensa dove iniziò l’addestramento sui Nieuport
Agli inizi di novembre del 1917, promosso al grado di sottotenente di complemento, fu assegnato alla 76a Squadriglia Caccia iniziando la sua straordinaria serie di abbattimenti che, già alla fine dello stesso mese gli valse una seconda Medaglia d'Argento al Valor Militare. effettua la sua prima missione di caccia.
Il 10 dicembre abbatté il suo quinto aereo nemico diventando, a tutti gli effetti, un Asso.
Nell'evolversi del conflitto le sue vittorie aeree si susseguirono numerose fino a raggiungere ventisei abbattimenti. Tra questi sono memorabili i tre consecutivi, nell'arco di un paio d'ore, ottenuti a danno degli assalitori durante la famosa Battaglia aerea di Istrana del 26 dicembre 1917.
Il 12 luglio 1918, sul cielo del Grappa, mentre effettuava una missione di scorta ad un ricognitore fu attaccato da cinque caccia nemici. Dopo una tenace difesa, durante la quale abbatté uno dei caccia, fu infine colpito e ferito gravemente da una raffica di mitragliatrice. Scaroni, privo di sensi, iniziò a precipita da 4000 ma a poche decine di metri dal suolo rinvenne e riuscì a riprendere alla meglio i comandi del suo aereo e farlo atterrare, anche se rovinosamente, nelle nostre linee sul Monte Tomatico. Trasportato al più vicino ospedale da campo sopravvisse alla caduta ma fu costretto ad una lunga convalescenza in ospedale che si protrasse per cinque mesi e quindi fino alla fine del conflitto.
Nel breve periodo trascorso nella specialità della caccia aerea, da novembre del 1917 a luglio 1918, compì più di settanta missioni sostenendo 43 combattimenti aerei e abbattendo 26 velivoli nemici più altri 4 non confermati. Fu direttamente citato sul Bollettino di Guerra del Comando Supremo del 12 luglio 1918. Gli fu conferito, oltre al titolo ufficiale di Asso degli Assi viventi, anche la Medaglia d'Oro al Valor Militare con Regio Decreto del 13 luglio 1919.
Dopo la fine della guerra rimase in aviazione e nel 1919 fece parte di una missione in Argentina che si prefiggeva di promuovere i prodotti dell'industria aeronautica italiana. Pur congedandosi nel 1920, continuò a ricoprire incarichi ufficiali e, nel 1923 divenne addetto aeronautico dell'ambasciata italiana a Londra e poi di quella a Washington.
Fu richiamato in servizio con la Regia Aeronautica dove continuò la sua carriera. Fu promosso colonnello nel 1935 e inviato a comandare la missione militare aeronautica italiana in Cina presso Chiang Kai-shek. Rientrato in Italia fu promosso al grado di generale di brigata e generale di brigata. Durante la Seconda guerra mondiale fu promosso generale di divisione aerea e ricoprì diversi incarichi. Comandò tra l'altro le forze aeree italiane dislocate in Sicilia dal dicembre 1941 al gennaio 1943. In tale occasione si scontrò con Hermann Göring, che accusava gli italiani di scarso supporto agli attacchi aerei della Luftwaffe su Malta. Dopo l'armistizio dell'8 settembre si ritirò a vita privata.
Morì a Milano il 16 febbraio del 1977.

ONORIFICENZE
Italia.
Medaglia d'Oro: In commutazione della Medaglia d'Argento concessagli con Decreto Luogotenenziale 12 giugno 1919."Pilota da caccia, maestro di valore ai valorosi, per trenta volte vincitore in splendidi duelli aerei, alla impareggiabile perizia accoppiò altrettanta audacia, ponendo al proprio eroismo un solo limite: la vittoria. Costante esempio, a chi più opera e più sacrifica, di ancor più operare e ancor più sacrificare, tutte le energie della balda propria giovinezza votò alla Patria e più fulgida rese l'ultima vittoria, carpita agli avversari, bagnandola del suo stesso sangue generoso per grave ferita. - Cielo del Piave e del Brenta, 5 dicembre 1917 - 12 luglio1918."
Medaglia d'Argento: Commutata in Medaglia d'Oro al Valor Militare con Regio Decreto del 13 luglio 1919. "Ardito pilota da caccia, cosciente, audace ed infaticabile, affermava le sue salde virtù militari abbattendo in quarantacinque giorni sei apparecchi nemici. - Cielo di Cornuda; Noventa Piave; Camalò; Musano; Pederiva di Biadene e Monte Melaga, 5 dicembre 1917 - 14 gennaio 1918."
Medaglia d'Argento: "In venti mesi di servizio alla fronte, dava sempre bella prova di arditezza e di perizia. Incaricato di condurre in volo un ufficiale per l'aggiustamento del tiro all'artiglieria, benché il velivolo, fatto segno al violento fuoco dell'avversario, fosse ben presto colpito nelle parti più vitali, continuava il volo per assolvere completamente l'incarico ricevuto, finché, rimasto l'apparecchio colpito in pieno da una granata, riusciva, con mirabile calma ed eccezionale abilità, ad atterrare nel campo della squadriglia. - Cielo di Temnizza, 5 maggio 1917."
Medaglia d'Argento: "Ardito e audace pilota da caccia, sprezzante di ogni pericolo, con saldo coraggio e fermezza d'animo, attaccava aerei avversari abbattendoli, dopo tenace lotta, nei pressi della prima linea nemica. - Cielo di Colbertaldo, 14 novembre 1917; cielo di Castelfranco, 17 novembre 1917; cielo di Vidor, 18 novembre 1917."
Medaglia di Bronzo: "Pilota di aeroplano, coadiuvava l'osservatore nell'aggiustare il tiro di una nostra batteria, mantenendosi in volo per circa un'ora a soli cinquecento metri dal suolo, benché esposto al fuoco dell'artiglieria avversaria. Colpito l'apparecchio nell'elica e nel motore, con grande sangue freddo ed abilità, provvide a portarsi fra le nostre linee, atterrando in terreno difficile e battuto. - Basso Isonzo, 7 novembre 1915."
Cavaliere dell'Ordine Militare di Savoia.
Ufficiale dell'Ordine Militare di Savoia.
L' Hanriot HD.1 della 76a Squadriglia con le insegne del Ten. Silvio Scaroni
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