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Amedeo Mecozzi nacque a Roma il 17 gennaio 1892.
Nato da una famiglia di modeste condizioni contribuì al bilancio familiare, lavorando come garzone fin da bambino, per poter mantenersi agli studi.
Agli inizi di dicembre del 1913 si arruolò volontario nel Genio Ferrovieri nelle Truppe Coloniali inviate in Eritrea nel 1914.
Il primo giugno 1915 fece ritorno in Italia, richiamato in patria per lo scoppio della Prima guerra mondiale, e, dagli inizi di settembre del 1915 fino alla fine di gennaio 1916 partecipò ad un corso per allievi piloti ottenendo il brevetto di pilota per aerei Farman.
Fu inviato al fronte ed assegnato alla 46a Squadriglia da ricognizione, poi nella 50a Squadriglia Farman ed infine, nel novembre del 1917, passò nell'aviazione da caccia. Prima nella 76a e, poco più di un mese dopo, nella 78a Squadriglia con sede a Istrana dove fu trasferito, con il grado di sottotenente, il 15 dicembre.
Il 26 dicembre partecipò alla Battaglia aerea di Istrana abbattendo, nei pressi di Volpago del Montello assieme al compagno di squadriglia Giacomo Brenta (o assieme al tenete Paolo Benvenuti dell'82a, secondo altra fonte), il suo primo velivolo nemico, un biposto da ricognizione e bombardamento DFW C.V.
Nel gennio del 1918 fu promosso a tenente di complemento. Il 26 maggio dello stesso anno, con la collaborazione del sergente Luigi Capparucci, abbatté due velivoli nemici. Uno nei pressi di Maserada e l'altro a San Michele di Piave. Rimase nella 78a Squadriglia e terminò il conflitto con la qualifica di Asso avendo abbattuto cinque velivoli nemici più altri quattro non confermati ufficialmente.
Alla fine della guerra, proseguì la sua carriera militare nel Regio Esercito e, dal 1923, nella Regia Aeronautica.
Nell'ottobre del 1929 assunse il comando del 7º Gruppo Autonomo Caccia Terrestre, con l'incarico di sperimentare le modalità tattiche dell'assalto aereo da lui stesso sviluppate. La sperimentazione continuò presso il 7º Gruppo per tutto il corso degli anni trenta evolvendosi, di pari passo, con le teorie sull'applicazione del mezzo aereo come strumento di assalto e bombardamento con "volo rasente".
Nel 1937 Mecozzi, con il grado di Generale di Brigata Aerea, fu trasferito in Somalia dove rimase per un anno prima di rientrare in Italia ed assumere vari incarichi, tra i quali la presidenza dell'Ufficio Editoriale Aeronautico, alle dipendenze dello Stato Maggiore Aeronautica.
Nel 1945 fu congedato in quanto "riconosciuto permanentemente inabile al servizio militare per malattia aggravata da causa di servizio di volo", a causa della sordità che lo affliggeva già da diversi anni.
Morì a Roma il 2 novembre 1971.
ONORIFICENZE
Italia.
Medaglia d'Argento: "Pilota da caccia di alto valore, diede costante, mirabile prova di alto sentimento del dovere, di ardimento e di ferma volontà. Il 26 maggio 1918, in collaborazione con altro pilota della squadriglia, assaliva nove apparecchi nemici riuscendo dopo lungo ed aspro combattimento ad abbatterne due, portando a sedici il numero delle vittorie conseguite. - Cielo del Piave, 1° novembre 1917; 26 ottobre 1918."
Medaglia di Bronzo: "Pilota in una squadriglia per artiglieria, compì numerosi vol su zona nemica, in condizioni atmosferiche difficili, noncurante delle artiglierie avversarie che gli colpirono più volte l'apparecchio. Il giorno 8 gennaio 1917, durante un volo di ricognizione, per permettere all'osservatore di individuare una batteria nemica nei pressi di Aisovizza, si abbassò noncurante del vivo fuoco nemico, ed ebbe l'apparecchio colpito in pieno e danneggiato gravemente, rimanendo egli stesso colpito nel caso da un frammento di motore. Nonostante ciò riuscì a ricondurre nel nostro territorio l'apparecchio, dimostrando perizia e calma singolari. - Cielo di Aisoviza, 8 gennaio 1917."
Medaglia di Bronzo: "Pilota d'aeroplano da ricognizione d'artiglieria, in volo sul Pasubio, attaccato e mitragliato da un apparecchio da caccia nemico, con abili, audci manovre, si manteneva nella zona, per permettere all'ufficiale osservatore di compiere la ricognizione e si accingeva al ritorno solo quando, per gravissmi danni subiti, l'apparecchio non poteva più continuare il volo. - Cielo del Pasubio, 19 febbraio 1917."
Medaglia di Bronzo: "Pilota d'aeroplano da ricognizione, attaccato da due apparecchi da caccia nemici, accettava il combattimento e si decideva a tornare sulle nostre linee solamente quando ebbe avuto l'apparecchio gravemnte colpito. Liberatosi dall'inseguimento da parte dell'avversario, tornava a bassissima quota sulle linee nemiche per portare a compimento il mandato affidatogli. - Altipiano di Asiago, 19 giugno 1917."
Promozione e nomina straordinaria per Merito di guerra - Regio Decreto 31.10.1919 - D.C.S. 7.6.1919
L' Hanriot HD.1 della 78a Squadriglia con le insegne del S.Ten. Amedeo Mecozzi