Fucini - La Guerra all'orizzonte

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Mario Fucini nacque a Empoli il 1° febbraio 1891.
Nel 1915, prima dello scoppio delle ostilità, prossimo alla laurea in chimica, si arruolò volontario nel Regio Esercito.
Il 9 maggio fu nominato sottotenente e venne trasferito al Battaglione Aviatori a Mirafiori dove vi rimase fino al conseguimento del brevetto di pilota il 13 marzo del 1916.
Il 12 aprile dello stesso anno, ottenuta l'abilitazione per i velivoli Voisin, fu assegnato alla 5a Squadriglia da ricognizione e combattimento che, qualche giorno dopo, con il cambio di numerazione fu rinominata 25a Squadriglia.
Il 28 luglio del 1916 compì una pericolosa missione di bombardamento che riuscì a portare a termine con successo nonostante il suo aereo fosse attaccato continuamente da una coppia di caccia nemici. Per questa azione temeraria, a lui e al suo osservatore, il capitano Djalma Juretigh, fu conferitala Medaglia d'Argento al Valor Militare.
Il 16 febbraio 1917, per un'analoga missione, condotta assieme al pluridecorato tenente Giacomo Camillo De Carlo, fu decorato di Medaglia di Bronzo per essere riuscito a riportare nelle linee italiane, atterrando con l'aereo in fiamme nei pressi di Monfalcone, dopo aver compiuto la missione ed aver combattuto tenacemente con due velivoli nemici.
A marzo iniziò il suo addestramento per passare ai velivoli da caccia addestrandosi prima sui Pomilio PC e, nel mese di maggio fu trasferito presso la Scuola di tiro di Pisa. Nello stesso periodo fu promosso al grado di tenente. A luglio dello stesso anno fu assegnato all'84a Squadriglia da caccia e, poco dopo, fu nominato comandante della Sezione Difesa dell'Aeroporto di Taranto-Grottaglie, che era equipaggiata con i velivoli Nieuport 11.
Dopo un breve addestramento compiuto sul campo d'aviazione della Malpensa, alla fine di settembre fu assegnato all' 87a Squadriglia dove, a metà di novembre, abbatté il suo primo aereo nemico.
Il 5 dicembre del 1917 passò alla 76a Squadriglia Caccia da poco equipaggiata con gli Hanriot HD.1. Con questo tipo di velivolo, con il quale volò fino alla fine del conflitto, partecipò alla Battaglia di Istrana del 26 dicembre durante la quale, in collaborazione con Giorgio Michetti e Silvio Scaroni abbatté un biposto DFW C.V nemico.
Il 28 gennaio abbatté un altro biposto DFW nei pressi di Biadene. Il 18 febbraio del 1918 fu trasferito definitivamente alla 78a Squadriglia Caccia dove rimase fino alla fine della guerra continuando ad ottenere diverse vittorie nei combattimenti aerei. Il 27 ottobre durante la Battaglia di Vittorio Veneto, un Ufag C.1 fu il  suo ultimo aereo nemico abbattuto. Fino a quel momento aveva ottenuto tredici vittorie ma la Commissione Bongiovanni, istituita nel 1919, per esaminare le vittorie aeree reclamate dai piloti italiani durante il conflitto, gli assegnò ufficialmente sette abbattimenti sui 13 reclamati.
La commissione fu particolarmente rigida e, in più di qualche caso, non furono omologati degli abbattimenti citati perfino nei Bollettini di Guerra firmati da Cadorna e Diaz.
Dopo la fine della guerra rimase nel Corpo Aeronautico entrando, nel 1923, nella neocostituita Regia Aeronautica. Fu, in seguito, comandante della 29a e della 78a Squadriglia. Nel 1932 pubblicò il libro di memorie di guerra "Voli sul nemico". Rimase in servizio attivo fino al 15 settembre del 1937.
Morì a Roma il 1° settembre 1977.

ONORIFICENZE
Italia.
Medaglia d'Argento: "Durante un'importante azione aerea offensiva, noncurante del fuoco intenso dell'artiglieria antiaerea avversaria, contrattaccò due apparecchi nemici da caccia che cercavano impedirgli di raggiungere l'obiettivo: pur avendo l'apparecchio gravemente colpito in parti vitali da moltissimi proiettili perforanti di mitragliatrice, sprezzante del pericolo, con grande ardire e sentimento del dovere, compiva egualmente il bombardamento, ritornando al campo miracolosamente incolume. - Cielo del Carso, 28 luglio 1916."
Medaglia d'Argento: "Abile e ardito pilota da caccia, compiva molti voli di guerra, sostenendo, con mirabile coraggio e sprezzo del pericolo, brillanti combattimenti, e riportando quattro vittorie. - Cielo di Bavaria; Vidor; Musano; Pederiva, novembre 1917, gennaio 1918."
Medaglia di Bronzo: "Pilota d'aeroplano, quantunque l'apparecchio fosse colpito dalle artiglierie, attaccato e colpito da un apparecchio nemico da caccia, completò ugualmente la ricognizione fotografica: attaccato da un secondo apparecchio da caccia e colpito il serbatoio della benzina, nonostante un principio d'incendio, con grave pericolo, lasciò il motore in pieno, riuscendo così ad atterrare nei pressi di Monfalcone coll'apparecchio in fiamme. - Cielo Carsico, 16 febbraio 1917."
Cavaliere dell'Ordine della Corona d'Italia.
Ufficiale dell'Ordine della Corona d'Italia: R.D. 25 ottobre 1931.
L' Hanriot HD.1 della 76a Squadriglia con le insegne del Ten. Mario Fucini
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